L'assemblea dei soci nomina questo pomeriggio il nuovo vertice della partecipata del trasporto pubblico. Al timone ritorna l'ex presidente ma arrivano anche due nuovi nomi. Una mossa, secondo alcuni, soltanto temporanea. E c'è chi parla di un possibile rientro dello stesso Puccio La Rosa
Amt, dopo La Rosa ritorna presidente Lungaro Nel consiglio entrano Baglieri di Sac e Gentile
Dopo il passo indietro dell’ex presidente di Amt Puccio La Rosa, dimessosi la settimana scorsa dopo la querelle sull’inadeguatezza dei suoi titoli, oggi pomeriggio l’assemblea dei soci della partecipata ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione. Al suo vertice ritorna a sorpresa Carlo Lungaro che, a giugno del 2016, aveva già finito il suo primo mandato, accompagnato da Luisa Baglieri, neo presidente di Sac, e Sebastiano Gentile, direttore di esercizio della Circumetnea.
I nuovi dirigenti, secondo alcuni addetti ai lavori, dovranno occuparsi soltanto dell’ordinaria amministrazione e della modifica dello statuto della società, passaggi necessaria all’applicazione della legge Madia. Il provvedimento normativo nazionale, entrato in vigore a settembre solo pochi giorni dopo l’indicazione dei nuovi presidenti delle partecipate da parte del sindaco Enzo Bianco, impone infatti l’abolizione dei consigli di amministrazione. Che saranno sostituiti dall’arrivo di un amministratore unico. Una posizione per la quale, stando ai rumors che circolano, in molti pensano a un ritorno dello stesso Puccio La Rosa per mantenere saldi i rapporti tra il primo cittadino e Luca Sammartino, parlamentare regionale di Articolo 4. Movimento politico che assicura al sindaco la maggioranza in consiglio comunale. Le stesse dimissioni di La Rosa, che il 28 aprile era in attesa dell’udienza davanti al giudice del tribunale delle imprese proprio per la valutazione dell’idoneità come presidente, potrebbero infatti leggersi in questa chiave.
A mancare però un nuovo nome per la posizione di direttore generale, ancora vacante dopo l’addio di Antonio Barbarino, avvenuto il 28 ottobre scorso. Un posto molto ambito, sia per lo stipendio annuo previsto di 135mila euro (questa la cifra prevista per Barbarino dal momento della nomina alla fine del contratto, che sarebbe dovuta arrivare nel 2018), sia per la posizione all’interno dello scacchiere politico di sottogoverno della città. Già dal momento del suo passo indietro, tra i nomi più gettonati, si faceva quello del dirigente della Motorizzazione civile Antonino Lutri che, come si dice, sarebbe sostenuto dall’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pistorio, in quota Udc.