Sono 42, immatricolati tra il 2001 e il 2006, «non più in circolo da anni». Sono stati assegnati con una gara d'appalto alla Sicilia rottami srl, che li ha messi online sul noto portale di compravendita. «Ci pagavamo le tasse sopra», spiega Antonio Barbarino, direttore generale dell'Azienda metropolitana trasporti. Guarda le foto
Amt, autobus rottamati in vendita su Subito «Erano ferri vecchi, in città mezzi più nuovi»
Quarantadue autobus dell’Amt in vendita su Subito.it. Non è una protesta dei lavoratori dell’Azienda metropolitana trasporti, oggi in sciopero contro la società, il Comune e la Regione. È invece l’iniziativa della Sicilia rottami srl, che ha vinto la gara d’appalto per l’acquisto dei mezzi da rottamare e che si possono acquistare online, per lo più a pezzi, per una cifra che oscilla tra i tre e i cinquemila euro per ciascun bus. Per un totale di oltre centomila euro. Impossibile invece sapere con precisione l’importo dell’accordo tra l’Amt e il privato perché da un paio di giorni la sezione Bandi dell’azienda di trasporti non è accessibile. Ma si riesce a trovare l’esito di una vecchia gara simile: nel 2013 la stessa Sicilia rottami – che ha sede alla zona industriale di Catania – si era aggiudicata 85 autobus e 12 autoveicoli elettrici sempre dell’Amt per 50mila euro. Stavolta, però, si tratta di meno della metà dei mezzi venduti dalla partecipata comunale.
L’annuncio sul noto portale di compravendita parla di «ricambistica varia da autobus dismessi». Di dimensioni diverse, dai sette ai nove metri, e di differenti anni di immatricolazione: il più vecchio è del 2001 e il più recente, invece, è del 2006. L’avviso è stato pubblicato il 3 marzo, senza una cifra di riferimento. Probabilmente perché, a meno di essere un’impresa specializzata nel recupero di questo genere di veicoli, non è possibile acquistarli per intero, ma solo per sfruttarne gli autoricambi. La comparsa delle foto dei bus Amt online, però, ha destato scalpore. Soprattutto all’interno della stessa azienda metropolitana. «Sono autobus che non si potevano recuperare», spiega Antonio Barbarino, ingegnere e direttore generale dell’Amt. «Non ricordo di preciso a quanto siano stati aggiudicati, ma è corretto venderli – aggiunge – La spesa per le riparazioni sarebbe stata tale da non avere un ritorno patrimoniale significativo».
Nonostante le immatricolazioni relativamente recenti – il più nuovo ha dieci anni – «erano autobus non più in circolo da anni per i quali eravamo costretti comunque a pagare la tassa di possesso. Adesso sono tutti più nuovi». Pochi giorni fa la Sicilia rottami è andata a recuperare gli ormai suoi 42 veicoli dai depositi dell’Amt. «Avevamo salvato tutto quello che potevamo salvare e preso tutti i pezzi di ricambio che ci potevano servire», sostiene Barbarino. I mezzi, prima di essere messi in vendita, sarebbero stati bonificati dei liquidi del motore o della batteria. Ma dentro, tra i sedili di plastica, sono rimaste perfino le obliteratrici: «Erano ormai superate, tutte quelle che ci sono sui nostri mezzi sono modelli più recenti. Non ce ne facevamo nulla – conclude l’ingegnere – Tenerli come ferri vecchi e pagarci sopra le tasse, quello sì che sarebbe stato uno spreco».