Il segretario regionale dei democratici traccia un'analisi del voto alle amministrative di domenica e lunedì scorsi. Snocciola i numeri della crescita del partito, conferma che non c'è «nessuna alleanza con Ncd» e punzecchia i pentastellati. «Sono arretrati e sollevano polveroni». Voto a Gela? «Non è referendum su Crocetta»
Amministrative, Pd esulta e bacchetta M5S Raciti: «Respinta Opa. I grillini? Un disastro»
Il Pd si gode la vittoria. Conferma che non c’e «alleanza» con il Ncd se «non nelle elezioni amministrative» e punzecchia il Movimento Cinque Stelle, che sollevando «inutili polveroni» cerca di mascherare «un arretramento» in Sicilia. «Erano il primo partito alle scorse elezioni politiche, rispetto a quei numeri oggi il movimento scende in modo significativo» dice il leader democratico siciliano, Fausto Raciti, durante una conferenza stampa convocata nella sede del partito per fare il punto sulle elezioni amministrative. Le urne, per lui, hanno consegnato un Pd in crescita.
«Siamo cresciuti di 4 punti percentuali rispetto alle amministrative del 2010 e di altrettanti rispetto alle regionali del 2012. Sono molto soddisfatto» ammette. E a conferma dell’entusiasmo porta i numeri. «Su 40 comuni abbiamo eletto al primo turno 22 sindaci, molti altri sono sostenuti da liste civiche direttamente riconducibili al Pd». Poi ci sono i comuni che andranno al ballottaggio, dove «dieci candidati sono esponenti del partito».
Il Pd vince, i grillini scendono nei consensi. Il segretario siciliano del Pd va alla carica. «Non accettiamo lezioni da loro». Perché i pentastallati, dove sono stati chiamati a governare, da Ragusa a Bagheria, hanno creato «un disastro». «Spieghino ai siciliani perché il sindaco di Ragusa si è aumentato retroattivamente l’indennità, oppure il caos di Bagheria sul fronte dei precari e dei disabili».
Ma soprattutto Raciti tiene a fare chiarezza su «un grande equivoco». «Le elezioni soprattutto a Gela – dice – sono state viste da qualcuno come una sorta di referendum tra la città e il presidente della Regione». Invece, l’obiettivo è «assicurare a Gela un’Amministrazione capace. A noi non interessa fare un test su quanto la città gradisca il presidente della Regione. Noi sosterremo Angelo Fasulo senza alcuna ambiguità, perché se dovesse vincere il Movimento Cinque Stelle sarebbe un disastro per la città. E il giorno dopo non cambieranno gli equilibri regionali, perché non si vota per eleggere il presidente della Regione».
Ma Gela non è la sola città che andrà al ballottaggio. Anche a Enna i cittadini sono chiamati di nuovo alle urne. «Lì c’è stato un risultato straordinario come in altre città» dice ancora il leader democratico siciliano. Il pensiero va ad Agrigento, dove Lillo Firetto ha sbaragliato la concorrenza. A funzionare è stata l’alleanza tra moderati e Partito democratico, «un modello vincente» la definisce Raciti, che si spinge oltre. «Potrebbe essere la base su cui aprire un ragionamento politico per il futuro della Regione». Attenzione, però, avverte Raciti. «Nessuno pensi di lanciare un’Opa sulla rappresentanza del parlamentare del Pd basandosi sui risultati delle amministrative. C’è un pezzo di ceto moderato che cerca nel partito uno strumento di trasformismo. Nessuno si auto-incarichi di allargare l’area, il Pd ha i suoi organismi e tutti gli strumenti per parlare da sé. Nessuno può sostituirsi al partito o parlare a nome suo senza alcun titolo».
Infine il rapporto con Ndc. «Sta all’opposizione del Governo» precisa Raciti, ma l’alleanza con i moderati ha portato a «risultati importanti» in queste amministrative. La formula è diversa rispetto a quella che appoggia l’Esecutivo Crocetta, perché l’intesa alle scorse elezioni è stata con l’Area popolare, ma consegna a tutti «una riflessione: insieme si può fare un pezzo di lavoro parlamentare e provare ad immaginare una prospettiva». Insomma il rapporto può essere «proficuo». Certo occorre capire « se è possibile aprire un ragionamento». Ma, avverte Raciti, in discussione non ci sono «rimpasti o rimpastini».