Alti costi dei trasporti, lo scarica barile

Ci volevano le proteste di piazza per sciogliere la lingua a tanti politici siciliani. Poco propensi, di solito, a raccontare come vanno le cose nei rapporti tra Roma e Palermo, anche qualche governante dell’Isola comincia oggi a sciorinare fatti con dovizia di particolari. Resta da capire se lo fa per mettere le mani avanti, o per fare chiarezza sulla verità dei fatti.
E’ il caso di Pier Carmelo Russo, assessore regionale alla Infrastrutture, la branca dell’amministrazione che si occupa di trasporti. “Le rimostranze e le manifestazioni che in questi giorni interessano il settore dell’autotrasporto – dice Russo in un comunicato – sono la conseguenza del mancato rispetto degli accordi sottoscritti dal precedente governo nazionale e del mancato riscontro degli impegni che l’esecutivo centrale aveva assunto”.
“Già lo scorso 2 febbraio 2011 – ricorda l’assessore – il governo nazionale si era impegnato ad esaminare i problemi relativi ai tempi di imbarco, valutando anche l’ipotesi di corsie preferenziali per il trasporto dell’ortofrutta; alla verifica presso la Commissione Europea della possibilità di ottenere una deroga sui tempi di guida e di riposo per evitare che sia computato come tempo di guida quello trascorso in attesa dell’imbarco da e per la Sicilia; ad intervenire per il ripristino delle agevolazioni delle cosiddette ‘autostrade del mare’; ad attivarsi per il trasferimento dei fondi Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate ndr) al settore Infrastrutture. Nessuno di questi impegni, malgrado le reiterate sollecitazioni del governo regionale, già dal 28 febbraio 2011, è stato rispettato. E ciò, malgrado, siano stati forniti con nota del 31 maggio 2011 tutti gli elementi di dettaglio, positivamente riscontrati dal Ministero il successivo 27 giugno 2011”.
“In quest’ottica – aggiunge Russo – lo scorso venerdì 13 gennaio 2012, su mia proposta, è stata indetta unitamente agli assessori D’Antrassi (Risorse agricole) e Venturi (Attività produttive), una riunione con tutte le categorie interessate, nel corso della quale l’amministrazione regionale ha ribadito la propria volontà di essere interprete presso il governo nazionale delle giustificate rimostranze del trasporto siciliano. A questa riunione hanno positivamente partecipato tutte le organizzazioni di categoria, eccezion fatta per quelle che hanno confermato lo sciopero nel frattempo indetto. Queste ultime, tuttavia, hanno ribadito, nel corso di un incontro tenutosi con il presidente Raffaele Lombardo, oltre che con gli assessori alle Infrastrutture ed alle Risorse agricole ed alimentari, che le rivendicazioni erano rivolte verso il governo nazionale, nei confronti del quale la Regione rafforzerà la propria azione di impulso”.

Nota a margine

E’ così sicuro, l’assessore Pier Carmelo Russo, che la Regione siciliana ha fatto e sta facendo tutto il possibile per scongiurare la crisi che oggi attraversa l’economia siciliana e, in particolare, il settore dei trasporti? Secondo noi, no. Se oggi – tardivamente – prima il gruppo parlamentare all’Ars dell’Mpa (come riferiamo in altra parte del giornale) e adesso anche l’assessore intervengono, è perché c’è una protesta di piazza che chiede – anche al governo regionale – conto e ragione di un immobilismo insopportabile.
La verità è che da un governo regionale – che peraltro dice di ispirarsi al rilancio all’autonomia – ci si aspettava altro. Anche provvedimenti per il sostegno al trasporto. Il discorso, è inutile che ci prendiamo in giro, è politico. Siamo sicuri – ad esempio – che in questi ultimi due anni l’amministrazione regionale non ha avuto a disposizione risorse finanziarie per sostenere il mondo delle imprese?
La verità – e lo dimostra l’ultima impugnativa del commissario dello Stato sull’articolo di legge che avrebbe dovuto finanziarie l’incremento delle somme per il credito d’imposta (70 milioni di euro) con coperture finanziarie fittizie – è che l’attuale governo regionale, completate le clientele, ispeziona le ‘casse’ regionali per vedere se rimane qualcosa per sostenere il mondo delle vere imprese. E siccome i soldi se ne vanno tutti per le clientele, non gli resta che inventarsi, per l’appunto, coperture finanziarie fittizie.
Solo che, adesso, il gioco è stato ‘sgamato’ da Roma: da qui le impugnative del commissario dello Stato. Se il governo regionale avesse voluto per davvero sostenere le imprese – a cominciare dalle imprese dei trasportatori -avrebbe tagliato la spesa corrente e dirottato le somme risparmiate a sostegno delle vere attività produttive. Invece, l’attuale gverno regionale ha creato nuovi posti di finto lavoro nelle società regionali e ha provato a stabilizzare mille e 600 precari (che, a quanto pare, sarebbero diventati 2 mila e 700). Questi sono i fatti.
Invece di perdersi in chiacchiere, il governo regionale dovrebbe dare segnali concreti. Ma crediamo che, ormai, non ci sia più il tempo, perché a furia di alimentare le spese correnti (clientalari) non ci sono più i soldi per approvare il bilancio, cosicché, nella prossima primavera, governo e Assemblea regionale siciliana, a nostro modesto avviso, andranno a casa.

la redazione

 


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