Almaviva non si aggiudica commessa, accordo a rischio Sindacati: «Nuovi esuberi non sono materia di trattativa»

Nuove grane per i dipendenti di Almaviva di Palermo. Nonostante la ritrovata serenità arrivata con l’accordo di maggio, la mancata aggiudicazione di una nuova commessa per e-distrubuzione, la nuova Enel, l’azienda in una nota ha dichiarato di non potere tenere fede agli accordi presi attorno al tavolo del ministero dello Sviluppo economico per quanto riguarda i dipendenti in esubero che erano assegnati sulla vecchia commessa Enel, scaduta lo scorso dicembre, che fanno parte di un servizio che andrà gioco forza smantellato entro l’anno e sul quale si è discusso anche a Roma, durante gli incontri al Mise. «L’azienda, in data 8 agosto 2016 – si legge nella nota – ha ricevuto la comunicazione di non aggiudicazione della gara per l’affidamento del contact center commerciale del servizio segnalazione guasti di e-distribuzione Spa. Questo renderà ancora più complessa, se non impossibile, come già anticipato nell’ultimo incontro al Mise, la gestione degli esuberi che si genereranno dalla dismissione della commessa Enel di Palermo».

«L’accordo è stato siglato per tutti e tutti devono avere lo stesso trattamento – dice Rosalba Vella della Slc Cgil Palermo – Sulla commessa c’è una discussione aperta, ma è un ragionamento avulso dalla gara che Almaviva non si è aggiudicata. Certo, se l’avesse vinta avrebbe potuto riassorbire definitivamente parte degli esuberi, che ci sono ancora e che sono in fase di riduzione dopo la diminuzione delle percentuali a scalare che abbiamo firmato a maggio. Il risultato ottenuto sulle clausole sociali e sui posti di lavoro non può essere messo in discussione da una gara che nulla ha a che vedere con un impianto che è stato stabilito con un accordo firmato al ministero. Gli esuberi vanno gestiti con gli strumenti che abbiamo già utilizzato, non è materia di trattativa la ridefinizione di nuovi esuberi con queste motivazioni».

Intanto, però, continuano gli incontri al ministero con le parti sociali e l’azienda, ma i sindacati lamentano la frenata del tavolo più ampio, quello nazionale che avrebbe dovuto ridisegnare le regole del settore dei call center. «La discussione che stiamo facendo al Mise è sulle clausole sociali, ma segnaliamo la mancata convocazione del tavolo nazionale di settore da parte del governo – conclude Vella – Sollecitiamo nuovamente la convocazione del tavolo, perché è un impegno preciso preso che il ministero ha preso». 


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