Una macchina bloccata in un sottopasso, una rotonda allagata, un mezzo anfibio che soccorre degli automobilisti. Le immagini del disastroso temporale dello scorso 7 marzo scorrono alle spalle del procuratore della Repubblica Giovanni Salvi mentre descrive i risultati delle indagini finora svolte per determinare le responsabilità che hanno provocato la paralisi della zona sud di Catania. L’inchiesta – iniziata una settimana dopo l’alluvione e coordinata dal procuratore aggiunto Enzo Serpotta e dal commissario della Forestale Maurizio Mazzocca – ha permesso finora di individuare quali sono i punti critici che ad ogni acquazzone provocano disagi. E dai primi rilievi sembra proprio che gli abitanti del quartiere più martoriato, il villaggio Santa Maria Goretti, abbiano ragione. Una delle cause principali degli allagamenti – come sostengono da mesi – è il centro commerciale Le porte di Catania, i cui canali, secondo la Procura, non sono quelli indicati nei progetti e approvati dal Genio civile. Da qui la decisione di inviare due inviti a comparire nei confronti di due dirigenti della ditta che ha eseguito i lavori, la Icom spa. «Quali sono le responsabilità personali e delle società si vedranno», ha chiarito Salvi. Il reato ipotizzato è quello di disastro colposo. Ma c’è anche da stabilire se ci sono delle responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto vigilare. Su questo tema il procuratore non si è sbilanciato: «E’ un profilo che deve essere oggetto di indagini. Stiamo andando avanti».
Gli allagamenti – oltre ai canali non a norma – sarebbero provocati principalmente dalle strettoie che restringono la portata dei torrenti della zona sud, Forcile e Fontanarossa su tutti. Anche la cattiva manutenzione delle strutture fa la sua parte, come una cabina di alimentazione di alcune pompe della Sidra posta al di sotto del livello dei canali e che puntualmente veniva danneggiata dall’acqua in caso di esondazione, rendendola praticamente inutilizzabile.
«Siamo nella fase delle indagini – ha dichiarato Salvi nel corso della conferenza stampa – Quello che è importante è aver individuato dei meccanismi che possono essere riparati i maniera che questi eventi non si verifichino in futuro». In vista della stagione autunnale sono dunque iniziati i lavori per evitare situazioni simili a quella dello scorso marzo. La stessa Icom ha già assunto un formale impegno in questo senso, mentre lavori di ripristino dei canali saranno effettuati anche dal Comune e dalla Sidra. Anche la Società aeroporto Catania dovrà fare la sua parte. Nel piano dei lavori per l’adeguamento della pista sono stati inseriti – dopo la segnalazione della Procura – anche alcune modifiche che permetteranno alle acque meteoriche di raggiungere una condotta già esistente che termina direttamente in mare, bypassando il torrente Fontanarossa. «E’ un elemento molto significativo – ha commentato Giovanni Salvi – Un’iniziativa lodevole».
A dare il giudizio definitivo sarà il prossimo temporale.
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