IL CAPOLUOGO SICILIANO ENTRA IN UNA RETE INTERNAZIONALE PER CONDIVIDERE ESPERIENZA DI “RIGENERAZIONE URBANA’. SONO I CITTADINI CHE SI SOSTITUISCONO ALLE AMMINISTRAZIONI INEFFICIENTI
Cè un frammento di quella che, una volta, era la Conca doro, non ancora devastato dalla cementificazione selvaggia che ha stravolto il territorio di Palermo. È larea a ridosso di via Leonardo da Vinci, dove associazioni ambientaliste, professionali e movimenti spontanei di cittadini stanno tentando di far nascere un parco urbano, per salvaguardare il verde ancora esistente, tra terreni privati e pubblici, habitat di specie come gheppi, barbagianni, gufi, gazze oltre a passeracei, e quel che resta delle ex tenute agricole di Villa Turrisi-Colonna di Bonvicino (demolita negli anni Sessanta) del baglio Monroy di Pandolfina e del baglio Torre Mango.
Fino a oggi, limpegno per listituzione del parco si è scontrata con laltalenante volontà politica dellAmministrazione comunale, spesso sorda e distratta. Poco distante, è già una realtà il parco Uditore, gestito da volontari che ne curano la pulizia, la manutenzione, trasformandolo in unesperienza di gestione condivisa di un bene restituito, dopo anni di abbandono, alla fruizione della gente.
Sono soltanto due delle iniziative di rigenerazione di parti della nostra città che erano state abbandonate al loro destino di decadenza e di rovina e che, invece, sono tornate a vivere e a coinvolgere, attraverso la loro attività, molti cittadini. Con la costante dellazione portata avanti da gruppi spontanei di cittadini e, in alcuni casi, di associazioni, che si sono assunti lonere di far rinascere queste realtà e del sostanziale disinteresse delle amministrazioni cittadine, quelle passate e quella presente.
Tra le altre esperienze, ci sono lhotel Patria, un edificio quattrocentesco, restaurato dallUniversità per farne un residence universitario, ma mai utilizzato e occupato dagli studenti qualche anno fa per avviare un progetto autogestito; il teatro mediterraneo occupato, nellex Fiera del Mediterraneo; il cimitero degli inglesi, allAcquasanta; il complesso di Santa Chiara, allAlbergheria; il castello di Maredolce, a Brancaccio; e il parco della Favorita.
Queste realtà si sono messe insieme per dare vita a Fare Strada Palermo (FSP). Uniniziativa che segue quella già avviata a Matera promossa dal Nature City Lab del Dicem Università della Basilicata. Fare strada è linsieme di iniziative attraverso le quali si vuole creare una rete internazionale di città per condividere esperienze, pratiche, politiche e stati di avanzamento per la rigenerazione urbana. Nella consapevolezza che le istituzioni, non sembrano più in grado di svolgere il ruolo di sostegno richiesto, chiedendo paradossalmente aiuto allesterno, mentre crescono enormemente le realtà urbane abbandonate a se stesse.
A Palermo, il percorso di FSP vede la partecipazione di AddioPizzo, nellambito del progetto Pon sicurezza in corso. I prossimi 25, 26, 27 e 28 febbraio si terrà a Palermo il Laboratorio fondativo di Fsp. Domani, martedì 25 febbraio, alle 10,30, nella sede di Spazio Cultura, in via Marchese di Villabianca, si terrà la conferenza stampa di presentazione.
Attraverso le opportunità fornite dal web, a Palermo sarà lanciata una geomappa delle esperienze locali già partite e che rappresenta uno strumento di lavoro, di divulgazione e di realizzazione. La geomappa, una volta messa a punto, potrà essere utilizzata da tutti i componenti della rete del Nature-City Lab, col fine di lavorare e conoscere quali attività si svolgono nei nodi Fare Strada sparsi nel mondo, contenendo tutti i link relativi alle esperienze coinvolte di rigenerazione urbana. Le realtà che abbiamo indicato più sopra, definite luoghi pulsanti della città saranno al centro dei cosiddetti workshopday organizzati nelle tre giornate.
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