Agrumicoltura siciliana in crisi? Gli on.li Falcone, Pogliese e D’Asero hanno preso un abbaglio

LA REGIONE SICILIANA HA SPESO 2,1 MILIARDI DI EURO DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE. E SICCOME A GESTIRE QUESTI FONDI SONO STATI UOMINI E DONNE AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO, IL SETTORE AGRICOLO IN SICILIA NON PUO’ CHE ESSERE FLORIDO. DUNQUE LA CONFERENZA STAMPA DI LUNEDI’ PROSSIMO CONVOCATA A CATANIA DAI TRE POLITICI E’ ONTOLOGICAMENTE SBAGLIATA…

In un comunicato stampa leggiamo una notizia che non può essere vera. Questa è la notizia a nostro avviso filosoficamente destituita di fondamento: “Crisi agrumicola – Lunedì a Catania Conferenza Stampa di Marco Falcone (FI), Salvo Pogliese (FI) e Nino D’Asero (Ncd)”. La conferenza stampa dovrebbe avere luogo lunedì, 8 febbraio, alle 11,00, nella sede dell’Ars di Catania, Via Etnea, 73″.

La notizia, a nostro modesto avviso, è destituita di fondamento ontologico poiché l’agrumicoltura siciliana non può essere filosoficamente in crisi. Questo perché la Regione siciliana, dal 2008 ad oggi, ha speso per intero le risorse del Piano di sviluppo rurale (Psr), circa 2,1 miliardi di euro. Una somma del genere, sempre filosoficamente parlando, non può aver lasciato con il culo a terra uno dei più importanti comparti dell’agricoltura siciliana: l’agrumicoltura. Anche perché, gli stessi arabi che hanno portato nella nostra Isola gli agrumi e l’irrigazione a conca avrebbero di che restare stupiti.

Ma, arabi a parte, la crisi dell’agrumicoltura siciliana non può che essere frutto di allucinazioni visive degli onorevoli Falcone, Pogliese e D’Asero. Vadano, i tre, dall’eurodeputato Giovanni La Via – forse uno dei pochi politici a capire qualcosa di agricoltura in Sicilia – che gli spiegherà che la crisi dell’agrumicoltura siciliana è un’invenzione.

Se così non fosse, ci dovremmo chiedere che fine hanno fatto i 2,1 miliardi di euro del Psr 2007-2013 destinati alla Sicilia: e siccome non se lo sono mai chiesto nemmeno Falcone, Pogliese e D’Asero, né se l’è chiesto l’eurodeputato La Via, significa che la crisi agrumicola siciliana è un’astrazione poetica o letteraria.

Poiché nemmeno l’Unione europea ha chiesto conto e ragione dei 2,1 miliardi del Psr Sicilia;

poiché non è nemmeno lontanamente ipotizzabile che i controllori di Bruxelles siano dei ‘truffaldi’ e massoni che reggono il ‘sacco’ a chi fa ‘operazioni’ con i fondi europei;

poiché non è nemmeno lontanamente ipotizzabile che politici e burocrati del Governo regionale di Raffaele Lombardo prima e di Rosario Crocetta dopo abbiano spartito fondi Psr a parenti ed amici in luogo degli agricoltori, trattandosi di personaggi di altissimo spessore morale;

poiché – con l’eccezione dell’on. La Via – sorge il dubbio legittimo che i tra parlamentari regionali di cui sopra non sappiano nemmeno che il limone è un agrume rifiorente;

tutto ciò posto e considerato:

la crisi del settore agrumicolo siciliano è un non-essere filosofico: dunque siamo certi che la conferenza stampa di lunedì prossimo verrà smentita per manifesta infondatezza teoretica dai nostri parlamentari.

 

 


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La regione siciliana ha speso 2,1 miliardi di euro del piano di sviluppo rurale. E siccome a gestire questi fondi sono stati uomini e donne al di sopra di ogni sospetto, il settore agricolo in sicilia non puo' che essere florido. Dunque la conferenza stampa di lunedi' prossimo convocata a catania dai tre politici e' ontologicamente sbagliata. . .

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