Agenzia delle Entrate, in 300 vincono il ricorso Dalla Sicilia corsa notturna per la seconda prova

Di aver vinto la prima battaglia del ricorso ed essere stati ammessi alla seconda prova del concorso delle Agenzia delle entrate lo hanno saputo ieri sera, qualcuno addirittura dopo mezzanotte. Comunque in tempo – anche se non per tutti – per raggiungere, con ogni mezzo, Roma, dove stamattina è in corso di svolgimento il test numero due della lotteria che mette in palio 892 posti da funzionario a tempo indeterminato nelle regioni del Nord Italia. A presentarsi alla prima prova sono stati in 140mila, tra cui moltissimi siciliani, pronti a emigrare per ottenere il posto fisso. Ma non tutto si è svolto per il meglio. Anzi, circa 300 – un terzo provenienti proprio dall’Isola – hanno presentato ricorso che, proprio ieri sera, poche ore prima del secondo esame, è stato accolto dal Consiglio di Stato. 

«Abbiamo ricevuto la notizia alle 20 e abbiamo iniziato un giro vorticoso di telefonate, siamo riusciti ad avvisare tutti soltanto dopo mezzanotte», spiega Francesco Leone, l’avvocato palermitano che, insieme ai colleghi Francesco Stallone, Simona Fell e Claudia Caradonna, ha presentato il ricorso. Così è partita la corsa verso la capitale per arrivare alle 8.30 di stamattina ai padiglioni della Fiera di Roma. Ma non tutti ce l’hanno fatta. «Molti si sono organizzati con le auto, altri hanno preso l’aereo all’ultimo istante da tutte le Regoini d’Italia, ma alla fine ce l’hanno fatta», continua Leone, presente con gli altri legali stamattina per controllare che i ricorrenti venissero fatti entrare e che tutto andasse per il meglio. «Abbiamo parlato con la commissione, che era stata avvisata ieri sera della novità – racconta l’avvocato palermitano – fortunatamente sono stati subito disponibili e i nostri assistiti hanno dovuto attendere solo 20 minuti in più degli altri per entrare, il tempo necessario per disporre i banchetti sufficienti».

Sono circa 4.500 i candidati ammessi alla seconda prova odierna, a cui si aggiungono i 300 riammessi. Il Consiglio di stato ha emesso un provvedimento cautelativo d’urgenza. Adesso l’Agenzia delle entrate, se vorrà, potrà difendersi nelle tappe successive del procedimento. Intanto oggi l’esame si è svolto in un’unica sede e in una sola data. A differenza di quanto accaduto per il primo test che si era svolto su più giorni e su più turni quotidiani, con prove uguali nella tipologia, ma con domande diverse tra un turno e l’altro. È proprio questa modalità uno dei punti critici secondo i legali dei ricorrenti, visto che domande diverse rischiano di avere difficoltà diverse con ripercussioni sui risultati. «Non è un caso – puntualizzano i legali – che in un turno abbiano svolto una buona prova il 15,64 per cento dei candidati, mentre due giorni dopo solo il 5,18». A questo si aggiungono presunte anomalie nello svolgimento, a cominciare dal controllo sui dispositivi elettronici all’ingresso. 

Finita la seconda fase del concorso, i candidati affronteranno un periodo di tirocinio di un paio di mesi nelle varie sedi dell’Agenzia delle entrate. Infine ci sarà una prova orale. «Abbiamo vinto la prima battaglia e, almeno oggi, è andato tutto regolarmente», continua Leone. Nonostante l’ottimismo, molti però non sono riusciti a partecipare al test di stamattina. «Circa la metà non ce l’ha fatta – precisa il legale – faremo istanza per una nuova convocazione perché tutti i ricorrenti hanno diritto a rifare la prova e non è colpa loro se il Consiglio di Stato ci ha notificato il provvedimento solo alle 20 di ieri sera». Ci sarebbero dei precedenti simili. «Proprio recentemente – conclude – il 17 giugno, il Consiglio di Stato ha ordinato al Ministero dell’Università di far rifare le prove a una specializzanda di Medicina, non è detto che ci concedano quanto chiediamo ma lotteremo fino alla fine».  


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Il Consiglio di Stato ha dato un primo parere favorevole alla class action avviata da un gruppo di partecipanti al concorso. La notizia è arrivata solo ieri sera, a poche ore dal secondo test, che si è svolto stamattina a Roma. «A mezzanotte abbiamo finito di avvisare i ricorrenti, che si sono catapultati con qualunque mezzo», racconta il legale. Ma non tutti ce l'hanno fatta

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