Il secondo spin-off dell’associazione antiracket palermitana punta a far viaggiare i propri obiettivi e i propri valori anche fuori dall’Isola. Un mondo libero dalle estorsioni, a portata di click e in cui trovare di tutto, dai vini ai tessuti e ai tour no mafia. «Mette insieme storie mai banali di produttori che hanno lottato per anni»
AddiopizzoStore, nasce il portale dei prodotti siciliani «Per una diversa identità fuori dallo stereotipo mafioso»
«Un modo per fare viaggiare, attraverso l’etichetta pizzofree, il consumo critico di Addiopizzo e quindi anche la nostra mission, i nostri valori. Ma soprattutto una diversa identità siciliana fuori dallo stereotipo del cittadino omertoso, mafioso, che si oppone al cambiamento». È tutto questo, nelle parole di Alessandra Perrone, AddiopizzoStore: il secondo spin-off dell’associazione antiracket punta a realizzare una vetrina virtuale, opposta a quelle fisiche su strada, attraverso cui esporre i prodotti liberi dalle estorsioni made in Sicily. I prodotti nostrani a portata di click, insomma.
Ed è proprio Alessandra, uno dei soci fondatori del Comitato Addiopizzo, l’ideatrice del progetto, secondo al precedente e riuscitissimo spin-off AddiopizzoTravel, rivolto a non siciliani che propone viaggi pizzofree mostrando il volto autentico dell’Isola, mettendo da parte i soliti cliché che da sempre ne hanno adombrato tesori e bellezze. «Sono entrata nell’associazione prima ancora che si costituisse la lista di consumo critico e quindi quando ancora si stava lavorando sulla strategia per far sì che i commercianti potessero esporsi senza alcun pericolo, raccogliendo le firme dei cittadini che li sostenevano – racconta a MeridioNews Alessandra -. E quindi ho visto tutta la nascita e lo sviluppo di questa rete antiracket. Quando sono subentrati i produttori, che invece di mettere il logo del consumo critico su vetrina lo apponevano sui prodotti, tutti in associazione abbiamo visto le potenzialità che questi stessi prodotti avevano».
Un vero e proprio negozio virtuale, quindi, che permetterà a chiunque di acquistare questi prodotti senza dover necessariamente intraprendere un viaggio ad hoc. Fino a prima di AddiopizzoStore, infatti, chi voleva fare consumo critico doveva venire in Sicilia, consultare la guida dei negozi e delle botteghe che aderiscono a questa rete e scegliere dove fare i propri acquisti. «Adesso gli stessi prodotti si potranno ordinare online. Un modo per espandere la rete dei cittadini consumatori consapevoli, che vogliono sostenere questo tipo di realtà e quindi premiare questo tipo di imprenditoria, cioè quella che sceglie di non sottostare alla mafia e di non pagare il pizzo. Quella che sceglie insomma la legalità», ribadisce Alessandra.
Il sito è stato pensato e realizzato per essere lo spaccato del mondo Addiopizzo, e mette a disposizione dei potenziali clienti numerose categorie di prodotti diversi fra loro. Dai prodotti enogastronomici alla casa editrice. Un piccolo, ma neanche tanto in fondo, mondo virtuale in cui poter trovare ogni cosa. Compreso il tour no mafia proposto da AddiopizzoTravel. «Un mondo firmato Addiopizzo e che veicola produttori e aziende ognuna con la propria storia, la propria realtà». E l’elenco è già piuttosto ricco e mette insieme storie mai banali, che raccontano di anni di lotte e impegno alla ricerca del riscatto. Ma ci sono anche imprenditori che non hanno mai subito alcuna richiesta estorsiva, ma che semplicemente hanno aderito perché aderire ad Addiopizzo fa parte della loro cultura.
C’è Davide Grassi, figlio di Libero Grassi e Pina Maisano, che oggi dirige la fabbrica tessile che fu della sua famiglia, Robe da Camera, in un bene confiscato alla mafia. C’è la famiglia Scimeca, i primi denuncianti sostenuti da Addiopizzo, e che oggi hanno aperto una pasticceria di dolci tipici siciliani. C’è Cotti in Fragranza, un laboratorio di prodotti da forno, prima realtà imprenditoriale all’interno di un istituto penale per i minorenni del sud, con l’obiettivo di promuovere un’inclusione dei giovani stabile. Anche l’azienda agricola Salamone e la cooperativa Valdibella sono impegnate in progetti di inclusione sociale, hanno una produzione biologica di qualità e rispetto ed attenzione per la biodiversità, ad Aragona, in provincia di Agrigento, l’una e a Camporeale l’altra. E ancora Il pastificio artigianale Bia, che propone i formati tipici della pasta siciliana, o l’associazione Accademia Mosaico, che distribuisce il caffè della filiera del commercio equo e solidale Madreterrà caffè, e a cui è affidato anche il servizio di imballaggio, con scatole di riciclo, e di spedizione.
Oppure la creativa famiglia Santoro, che ha realizzato Kamira, una caffettiera con cui poter fare un Espresso utilizzando i fornelli di casa. E infine il mondo dell’arte e della cultura: la Navarra Editore, che si caratterizza per le tematiche di impegno civile, dei fenomeni socioculturali e per l’attenzione agli autori emergenti; Malintenti Dischi e 800a Records, due etichette discografiche indipendenti promotrici di veri talenti, locali e non, che hanno deciso di accettare la sfida di produrre e investire nella cultura, a Palermo.
«Oltre a fare viaggiare i nostri valori al di fuori della Sicilia, lo store permetterà anche di sostenere economicamente l’associazione Addiopizzo, abbiamo infatti pensato a un’area apposita dove si vendono i gadget e le magliette – spiega Alessandra -. Un progetto per creare delle opportunità soprattutto qua in Sicilia. L’idea è quella di formare una cooperativa e includere le donne, che da noi sono i soggetti professionalmente più svantaggiati, solo il 30 per cento di loro ha un impiego regolare. Siamo la regione con il più alto tasso di disoccupazione». Un’economia pulita e virtuosa che punta a produrre benessere e che quindi non poteva non considerare questi aspetti. Dietro il sito c’è un lavoro di un anno. Dietro l’idea, invece, ce ne sono nove. «Per diversi anni abbiamo organizzato partecipazioni collettive, dentro la fiera del consumo critico di Addiopizzo a Milano, e abbiamo iniziato a comprendere la potenzialità di questi prodotti, in base alle richieste che ricevevamo – spiega ancora Alessandra -. Un’idea che è venuta da sé e che si è sviluppata nel tempo in modo spontaneo. Una visione che unisce la mia passione civile con il lavoro di tutti i giorni».