Acqua in Sicilia, i lavoratori hanno occupato la sede dell’Eas

NON CI SONO PIU’ SOLDI PER PAGARE I DIPENDENTI. A RISCHIO L’EROGAZIONE IDRICA IN UNA QUARANTINA DI COMUNI DI CATANIA, TRAPANI E MESSINA. LA ‘LATITANZA’ DEL GOVERNO CROCETTA CHE, IN COPPIA CON LA PRESIDENZA DELL’ARS, HA INSABBIATO IL DISEGNO DI LEGGE PER IL RITORNO ALLA GESTIONE PUBBLICA

Stamattina i lavoratori dell’Ente acquedotti siciliani (Eas) hanno occupato i locali della sede di Palermo. Il motivo che ha indotto i lavoratori a tale gesto estremo è conseguente alla fine delle residue disponibilità finanziarie. Insomma, non ci sono più soldi per pagare il personale.

Tutto questo succede mentre il Governo regionale di Rosario Crocetta, anche su questo fronte, è ‘latitante’. L’Eas, è noto, è stato posto in liquidazione nei primi anni del 2000. Ma è rimasto in piedi perché la Regione non ha individuati il soggetto in grado di fornire l’acqua a una quarantina di Comuni sparsi tra Catania, Messina e Trapani.

Domattina è prevista l’assemblea generale alla quale aderiranno i lavoratori della periferia. Cioè di quei lavoratori che ancora riescono ad erogare l’acqua ai circa 40 Comuni delle già citate province di Catania, Messina e Trapani.

L’insulsaggine del governo Crocetta trova in questo episodio l’ennesima conferma. Ma va anche detto che la responsabilità di questo disastro non è solo di questo governo, ma anche dei Governi regionali che l’hanno preceduto.

Tutto questo avviene mentre all’Ars il disegno di legge che dovrebbe affrontare i problemi del servizio idrico è ‘insabbiato’.  Anche su questo fronte il Governo del ‘rivoluzionario’ Crocetta ha combinato un mezzo ‘bordello’.

In campagna elettorale Crocetta aveva promesso che si sarebbe battuto per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Ma arrivato al Governo Crocetta si è ‘convertito’ alla ‘filosofia’ del passato Governo di Raffaele Lombardo e del Pd di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia: e cioè niente acqua pubblica in barba al referendum nazionale che ha sancito il ritorno alla gestione idrica pubblica.

Crocetta, insomma, non ne vuole sapere di tornare alla gestione idrica pubblica. E in questo ha trovato un alleato nella presidenza dell’Ars che, mettendosi sotto i piedi leggi e regolamenti, ha ‘insabbiato’ il disegno di legge d’iniziativa popolare per il ritorno all’acqua pubblica.

Ah, dimenticavamo: i mafiosi – questo non c’è bisogno di ricordarlo – sono favorevoli alla gestione privata dell’acqua.


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