Acireale, protesta dei netturbini sul tavolo di Salvini «Siamo senza mascherine». Ditta: «Basta la distanza»

«La situazione non è difficile solo a Bergamo. Anche ad Acireale i lavoratori della spazzatura sono senza presidi di protezione: hanno protestato e sono stati messi in ferie forzate». La condizione degli operatori ecologici della città dei cento campanili è arrivata sul tavolo del segretario della Lega Matteo Salvini, che l’ha rilanciata in un video postato sulla sua pagine Facebook. Oggi, alcuni dipendenti della Tekra – ditta che gestisce il servizio di nettezza urbana – hanno deciso di incrociare le braccia perché, preoccupati dal rischio di contagio da Covid-19, sono costretti a lavorare senza adeguati presidi di protezione. 

Nel complesso 16 zone su 26 sono rimaste senza raccolta dei rifiuti. Uno scenario di crisi in un momento igienico sanitario importante che ha costretto il sindaco Stefano Alì a convocare la ditta. All’incontro hanno partecipato i carabinieri, voluti dallo stesso Alì nel caso in cui si fosse verificata un’interruzione di pubblico servizio. Durante l’incontro Tekra ha comunicato che verranno presi provvedimenti nei confronti di eventuali altre interruzioni di servizio. La ditta, dal canto suo, ha precisato che i servizi verranno svolti da un solo operatore e che i mezzi saranno sanificati. Riguardo ai kit richiesti dai lavoratori la società garantisce la fornitura di guanti monouso. Ma, precisano, che il piano sicurezza per il Covid-19 «non prevede l’uso di mascherine per il servizio di raccolta e trasporto nel caso in cui viene garantita la distanza di sicurezza tra gli operatori», come riportato dal verbale della seduta.

Almeno per il momento la protesta sembrerebbe rientrata e il servizio di nettezza urbana procederà regolarmente. Intanto molti lavoratori sono in ferie, altri invece riprenderanno a svolgere il servizio perché preoccupati per un possibile licenziamento. «Vedremo come si evolverà la situazione – afferma il sindacalista e lavoratore Ottavio Fichera a MeridioNews -. Preferiamo non commentare la riunione di stamattina, piuttosto vogliamo vedere domani cosa succederà a lavoro. Il Comune ci accusa di non volere svolgere servizio, quando invece vogliamo solo che la nostra salute sia tutelata. Come facciamo a stare per strada e raccogliere l’immondizia se quello che ci danno non basta a proteggerci?»

La protesta dei netturbini acesi si aggiunge a quella dei colleghi di Catania e di altre parti d’Italia. Nella città dei cento campanili la preoccupazione degli operatori va avanti già dallo scorso 5 marzo, quando Cgil, Cisl e UilTrasporti avevano raccolto le istanze davanti all’espandersi del nuovo coronavirus. La risposta della società privata era arrivata con una lettera l’11 marzo. Nel frattempo le organizzazioni sindacali avevano sottoposto la questione anche al prefetto attraverso note inviate il 12 e il 14 marzo, con cui chiedevano chiarimenti in merito alla fornitura dei kit.


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