Dopo la concessione del Comune alla multinazionale, Salvo Di Stefano aveva annunciato il proposito di organizzare la festa nel centro Acireale con la formula del «ognuno porta qualcosa». Stamattina è andato negli uffici dell'amministrazione per ufficializzare la richiesta: «Mi hanno chiesto se facevo sul serio», racconta
Acireale, dopo Whirlpool onomastico in piazza Cittadino protocolla richiesta: «È vantaggioso»
«Chiedo alla signoria vostra illustrissima di voler concedere il suolo della piazza Duomo per festeggiare l’onomastico». Sarà pure una provocazione, ma adesso ha il numero di protocollo. Dopo averlo annunciato su Facebook ieri sera, l’acese Salvo Di Stefano è andato negli uffici del Comune per ufficializzare la propria richiesta di poter organizzare una festa la sera del 6 agosto, giorno del proprio onomastico. Serata a cui tutti gli abitanti di Acireale sono invitati a partecipare, con la formula per cui «ognuno porta qualcosa».
L’idea è nata dopo la decisione dell’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Barbagallo di concedere la piazza barocca del centro alla multinazionale Whirlpool per una cena aziendale. Il tutto a una cifra inferiore a 800 euro, ovvero semplicemente pagando il suolo pubblico. «A quel prezzo mi conviene, pagherei meno che in una sala ricevimenti o in una villa privata», commenta Di Stefano a MeridioNews. E descrive lo stupore degli impiegati che poche ore fa hanno ricevuto la richiesta, strana solo in apparenza. «All’inizio non ci hanno fatto caso, poi accorgendosi dell’oggetto mi hanno detto che allora facevo sul serio», continua.
Quando gli si chiede se si tratta di una protesta grottesca contro la scelta della giunta Barbagallo, che ha giustificato la concessione con il ritorno d’immagine che la città potrà trarne sul medio-lungo termine, l’uomo sottolinea che il problema «non sta nell’affittare un bene pubblico al privato, ma nel modo come le cose vengono fatte ad Acireale». Per Di Stefano, infatti, tali azioni di marketing non dovrebbero prescindere da un impegno nei confronti del decoro urbano e sulle azioni quotidiane che nella città dei cento campanili da tempo sembrano latitare. «Finché non ci saranno servizi adeguati e la città sarà sporca, con un centro morente, non avrà molto senso parlare di turismo», spiega. E dà un consiglio per la prossima volta in cui il Comune si dovesse ritrovare ad accogliere turisti. «Facciamo trovare dei cartelloni con scritto Work in progress, almeno così diamo l’impressione che lo stato in cui versano le cose è frutto di lavori in corso», conclude Di Stefano.