Acireale, 50mila abitanti e una sola libreria «Serve che il Comune investa sulla cultura»

Leggere è come resistere. Ma se a fare la resistenza si è sempre di meno, allora l’impresa diventa quasi impossibile. La recente chiusura della libreria Mondadori ad Acireale riporta l’attenzione su un fenomeno, il calo dei lettori, che interessa l’Italia intera, ma che nel Meridione raggiunge picchi preoccupanti. A pensarla così è Mario Leonardi, titolare di Punto e Virgola, l’unica libreria di varia rimasta in città: «Non sono a conoscenza dei motivi che hanno portato alla chiusura della Mondadori – commenta Leonardi – ma è chiaro che il numero sempre più esiguo di persone che comprano i libri avrà inciso. Acireale è una città in cui si legge poco».

Nonostante un potenziale bacino di circa 50mila abitanti, riuscire a lavorare con i libri non è semplice: «La nostra libreria ha ormai quasi 22 anni – continua il titolare -. Abbiamo la nostra cerchia di lettori affezionati che ci segue e frequenta, però sarebbe ipocrita dire che riusciamo ad andare avanti soltanto con enormi sacrifici». Se si è poi una libreria indipendente, le difficoltà diventano ancora maggiori: «La nostra filosofia è sempre stata quella di puntare su uno scaffale che punti alla qualità senza inseguire le mode del momento e soprattutto i prodotti che nascono con un’ottica meramente commerciale – dichiara Leonardi -. Questo non vuol dire che snobbiamo quei lettori che invece propendono per titoli più commerciali, ma che nel nostro vivere la professione cerchiamo di dare un senso alle scelte che facciamo. Perché – prosegue – fare il libraio dovrebbe essere qualcosa che va oltre l’essere un mero commerciante».

Tuttavia, la diffusione delle librerie di catena da una parte e l’e-commerce dall’altra, sembrano aver trasformato le abitudini dei lettori: «Le maggior parte – ammette Leonardi – punta ad avere un titolo nell’immediato, e per questo pensa di doversi rivolgere alle librerie di catena o al web. Capita invece che proprio in queste librerie, dove il lettore è spesso considerato un semplice consumatore, alcuni titoli più ricercati non ci siano ma soprattutto si perde la possibilità di dialogare e confrontarsi su ciò che si è letto».

La realtà locale paga poi l’assenza di politiche che puntino sulla lettura e più in generale sembrano rilegare in secondo piano la cultura: «La scorsa estate, l’amministrazione ha organizzato una serie di presentazioni di nuovi libri. Ciò però rischia di non aver alcun riflesso a livello sociale se non si pensa a un profondo investimento che miri a rilanciare l’arte e il sapere. Quello che ci vorrebbe – dichiara il titolare di Punto e Virgola – sarebbe un progetto capace di recuperare il fascino insito nella lettura». Incentivi che difficilmente possono passare da una politica di sconti: «La legge attuale (legge Levi, ndr) non fa altro che favorire le librerie di catena e le grandi casi editrici. Ma anche per loro i tempi sono magri e continueranno a esserlo – conclude Leonardi – finché non si capirà che i libri non possono essere trattati soltanto come una merce da vendere a condizioni vantaggiose».


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