«Un’opera di assoluta importanza per la salute pubblica e del nostro mare. Non possiamo perdere tempo. Lo diceva il sindaco di Aci Castello Carmelo Scandurra proprio un anno fa a questo giornale. A distanza di 365 giorni esatti, il primo cittadino della città del castello torna sulla questione, stavolta con una nota che ha pubblicato sulla sua pagina social, ma stavolta diretta alla ditta che sta eseguendo i lavori. «C’è un limite a tutto che è stato abbondantemente superato in termini di pazienza e di tolleranza – afferma Scandurra – Nella giornata di ieri abbiamo informato il Ministero della transizione ecologica e per conoscenza anche la Procura della repubblica, la 𝐏𝐫𝐨𝐜𝐮𝐫𝐚 regionale della Corte dei conti, la Prefettura, Maurizio Giugni commissario nazionale della depurazione, Riccardo Costanza, ingegnere sub commissario depurazione, l’Assessorato Regionale dell’Energia, il Comune di Catania e tutti gli enti e i soggetti interessati ai lavori della condotta per il convogliamento dei reflui dal Comune di Aci Castello al depuratore di Pantano d’Arci che la società E- ha assunto un comportamento dilatatorio e poco collaborativo che 𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐥𝐮𝐧𝐠𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚».
Ritardi nell’opera che, da quanto afferma il sindaco, sono ancora dovuti agli interventi di spostamento dei sottoservizi, opere che «stanno inficiando non solo l’indispensabile miglioramento delle condizioni ambientali – prosegue – ma anche il superamento delle procedure di infrazione comunitaria e l’irrorazione di sanzioni pecuniarie a carico dello Stato. Inoltre- osserva – ho evidenziato che il perdurare dei ritardi sui lavori sta provocando non più sostenibili disagi alla viabilità cittadina e di collegamento con le vicine città di Catania e Acireale, nonché il permanere di una situazione di evidente inquinamento del mare e dell’annessa Riserva Marina Protetta, con notevoli danni all’economia turistica». La mancata attivazione del depuratore, infatti, determina una multa inflitta dalla Comunità europea alla Regione e all’Italia. Sanzioni che, inevitabilmente, vanno a condizionare anche le casse degli enti locali e, dunque, si riflettono sui cittadini.
«Non è con le note che il dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti inoltra alla società E-Distribuzione può risolvere i problemi operativi necessari alla tanto auspicata conclusione definitiva dell’opera – conclude Scandurra – pertanto, ho chiesto l’intervento del Ministero e delle Autorità in indirizzo per consentire una accelerazione utile alla definizione delle problematiche rappresentate e fonte di disagi per la popolazione residente e per i turisti. La Regione Siciliana è l’ente appaltante dell’opera ma a subire i danni e i disagi causati da questi ritardi è l’intera comunità presente nel Comune di Aci Castello». Il sistema che dovrebbe raccogliere le acque reflue e comprendere una rete di collegamento tra Aci Trezza e Vampolieri fino al depuratore di Pantano D’Arci, dopo anni non è ancora stato completato. Scandurra l’anno scorso aveva chiesto l’intervento della prefettura per uno stop che avevano subito cantieri. I lavori per il collettore di Aci Castello hanno avuto un costo di oltre 20 milioni di euro provenienti dai fondi comunitari e vedono la Regione come stazione appaltante. Sono iniziati nel 2017, dopo un iter burocratico di oltre 12 anni. Quello del depuratore è un problema che interessa un intero comprensorio. I dati rilevati dall’Asp in questi giorni hanno determinato i divieti di balneazione temporanea per le vicine Capo Mulini e Santa Tecla. A far riflettere sono anche le analisi emerse dallo studio di Goletta verde, forniti proprio un anno fa su Aci Trezza e Aci Catello non erano proprio confortanti. A questo si aggiunge il problema alla circolazione su alcuni tratti della statale 114.
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