Quattordici anni fa i rosanero persero sul campo dei salentini lo scontro diretto che valeva il salto di categoria. La compagine guidata da Sonetti, terzo tecnico stagionale, fu condannata dai gol di Camorani, Giacomazzi e Bojinov. Il risultato maturato al Via del Mare non scalfì il gemellaggio tra le due tifoserie
Accadde oggi, era il 7 giugno 2003 A Lecce sfumò il sogno promozione
Fu il primo crocevia dell’era Zamparini. Il 7 giugno 2003, esattamente quattordici anni fa, è una data particolare per il popolo rosanero, costretto ad ingoiare il boccone amaro della sconfitta (3-0) nello «spareggio» contro il Lecce per la promozione in serie A disputato in notturna allo stadio Via del Mare. Camorani, Giacomazzi e Bojinov gli autori dei gol che consentirono alla compagine allora guidata da Delio Rossi (tecnico che sei anni dopo avrebbe sposato la causa rosanero recitando un ruolo molto importante nella storia recente del club di viale del Fante) di brindare al salto di categoria ai danni della formazione allenata da Sonetti, terzo tecnico stagionale dopo Glerean e Arrigoni. Gli ospiti, reduci dalle vittorie consecutive contro Messina, Ascoli e Verona, si presentarono allo scontro diretto valido per l’ultima giornata di campionato in ottime condizioni psico-fisiche in virtù di un brillante rush finale ma steccarono l’appuntamento decisivo mandando in frantumi il sogno di tutti i tifosi rosanero. Sia di quelli presenti a Lecce (circa 1.500) sia dei tanti appassionati pronti in città, davanti al maxischermo installato al Foro Italico, a festeggiare un evento atteso a Palermo da oltre trent’anni.
In una giornata buia come quella di quattordici anni fa, guastata peraltro dal grave infortunio rimediato da Asta (frattura dell’astragalo in uno scontro con l’esterno sinistro Abruzzese) costretto poi ad appendere le scarpe al chiodo, è possibile intravedere qualche spiraglio di luce? La risposta è affermativa se si analizzano alcuni aspetti. A Lecce, ad esempio, hanno vinto i salentini sul campo ma in generale ha vinto lo sport: è rimasto intatto, tra le due tifoserie, lo storico gemellaggio che una posta in palio così alta avrebbe potuto mettere in discussione. Il legame di amicizia ha resistito e dal punto di vista dell’ordine pubblico non ci sono stati elementi di criticità come dimostra la pacifica convivenza tra i sostenitori rosanero e giallorossi al termine della partita.
Il ko per 3-0 resta un capitolo da «cestinare» ma il libro rosanero firmato Zamparini era solo all’inizio. La squadra, gestita da uno Zamparini motivato, entusiasta e con tante risorse economiche (figura diametralmente opposta a quella offerta dall’attualità), voltò subito pagina ed ebbe la capacità di rialzarsi. Di trasformare la negatività della giornata vissuta in terra pugliese in energia positiva e di proiettarsi immediatamente verso nuovi orizzonti di gloria. L’appuntamento con la storia era solo rinviato: il Palermo tornò subito protagonista e nella stagione successiva, con Guidolin in panchina subentrato a Silvio Baldini all’inizio del girone di ritorno, conquistò la promozione in serie A.