Il progetto è al centro di una gara d'appalto in corso di svolgimento negli uffici etnei dell'Urega. Il valore complessivo supera i cinque milioni. A presentare la proposta è stata la stessa impresa che, in autunno, ha inaugurato una struttura simile a Misterbianco
A Viagrande quinto impianto di cremazione della Sicilia Comune darà concessione per vent’anni a ditta privata
Il quinto impianto di cremazione in Sicilia potrebbe sorgere a Viagrande. Nel centro del Catanese, da pochi giorni è iniziata l’apertura delle buste della gara d’appalto per il sito che sarà costruito all’interno del cimitero comunale. L’importo complessivo, che prevede una concessione ventennale per l’impresa che vincerà, supera i cinque milioni di euro. A presentare al Comune la proposta di affidamento della realizzazione – da cui è nata la procedura di project financing – è stata la Saie, con sede a Casciago, in provincia di Varese. Tra i leader del settore a livello nazionale e con una sede secondaria anche a Caltanissetta, si tratta della stessa ditta che a fine ottobre ha inaugurato un impianto simile nel cimitero di Misterbianco.
Il progetto messo a gara prevede un investimento di 2,3 milioni, dei quali poco meno di 900mila per attrezzature e arredi. L’impianto sarà realizzato con risorse del concessionario, a cui spetterà per vent’anni anche la manutenzione ordinaria e straordinaria. Scaduta la convenzione, l’impianto passerà gratuitamente al Comune. Si prevede una manutenzione annuale di poco meno di 114mila euro più Iva, importo fissato come base d’asta per le offerte. Alle ditte interessate è stato chiesto di proporre migliorie anche in merito ai tempi di esecuzione dei lavori, alle tecniche per favorire il risparmio energetico e alle caratteristiche estetiche dell’impianto.
Quello della gestione dei cimiteri è un tema che in più parti della Sicilia tiene banco da qualche anno, finendo anche sulle pagine dei giornali. Il nodo principale è determinato dalla crescente difficoltà per i Comuni di trovare spazi per le sepolture. Il caso più eclatante è senz’altro quello di Palermo, dove l’accumulo delle bare all’interno del camposanto, ha determinato una vera emergenza sanitaria. In passato lo stesso tipo di criticità, seppure di proporzione inferiore, si era registrato qualche anno fa a Catania. Sempre in provincia, a Paternò, l’ultimo anno è stato contrassegnato dalla polemica scaturita dai ritardi nell’avvio dei lavori per le tombe di famiglia il cui costo è stato anticipato dai cittadini.
A fronte di ciò, quello della cremazione rappresenta una possibile soluzione alla gestione dei defunti. In Sicilia al momento sono quattro gli impianti presenti: a Palermo, dove però da tempo è guasto, Messina, Misterbianco e Delia, nel Nisseno. Tuttavia, resta ancora pienamente da superare la diffidenza legata all’aspetto culturale della pratica, che, per quanto accettata anche dalla Chiesa, non rientra nella tradizione del rito funebre in Sicilia. A Viagrande, a inizio mese, l’impianto di cremazione è finito al centro di una seduta del Consiglio comunale. Dall’opposizione è stato rivolto alla giunta guidata da Francesco Leonardi l’invito a dare chiarimenti sulla portata del progetto, anche da un punto di vista dell’impatto ambientale. L’amministrazione, dal canto suo, ha sottolineato l’importanza di dotarsi del servizio di cremazione per evitare il ricorso a impianti dislocati lontano dal territorio comunale.