Qualcuno ha scritto che, tornando alla lira, i tassi d'interesse dei mutui casa schizzerebbero all'insu'. Non rendendosi nemmeno conto che un'eventualita' del genere sarebbe positiva!
A proposito delle stupidaggini di chi ancora celebra l’euro in Italia
QUALCUNO HA SCRITTO CHE, TORNANDO ALLA LIRA, I TASSI D’INTERESSE DEI MUTUI CASA SCHIZZEREBBERO ALL’INSU’. NON RENDENDOSI NEMMENO CONTO CHE UN’EVENTUALITA’ DEL GENERE SAREBBE POSITIVA!
di Economicus
Tornato da qualche giorno a Milano da un viaggio, un mio amico mi ha fatto trovare un servizio pubblicato da un settimanale nazionale. Il nome del periodico non ha importanza. Il tema trattato in questo approfondimento è l’eventuale uscita dell’Italia dall’euro.
La cosa, a dir poco comica, di questo approfondimento è che chi l’ha scritto – e non deve trattarsi di certo di un economista – non si rende conto di aver reso un grande servizio a chi teorizza l’uscita del nostro Paese dall’euro! Ma andiamo con ordine.
Il primo elemento che salta agli occhi è la superficialità con la quale il tema è stato affrontato. Dando per scontato ciò che scontato non è.
E’ l’errore che commettono, di solito, gli economisti improvvisati, che non sanno una cosa che invece è fondamentale: e cioè che l’economia, per definizione, non è una scienza esatta.
Morale: andare a prevedere con ‘esattezza’ cosa succederebbe se l’Italia lasciasse l’area euro è una presunzione bell’e buona!
Andiamo alla sostanza dell’argomento. Chi ha affrontato questo tema ha lasciato intendere che, lasciando l’euro, in Italia si abbatterebbero cataclismi economici. Non accorgendosi che i cataclismi economici, in Italia, sono in corso da tempo: domanda al consumo bassissima, impossibilità di esportare i nostri prodotti a causa di una moneta ‘forte’, aziende che licenziano o chiudono, disoccupazione alle stelle e – fatto gravissimo – i nostri giovani che lasciano l’Italia per tentare fortuna fuori, impoverendo il nostro Paese di intelligenze.
Il cataclisma economico è in atto. Ma l’estensore di questo servizio non se n’è accorto. Non solo. Per dare forza al suo ragionamento – e qui si vede che non si tratta di un economista – ha tirato fuori l’asso dalla manica, scrivendo che, nell’eventuale passaggio dall’euro alla lira, i tassi d’interesse dei mutui scatterebbero all’insù!
Da dove si sia tirato fuori questo dato non lo sappiamo e non lo capiamo. Forse, gli infelici che nel nostro Paese difendono ancora l’euro pensano che, spaventando la gente con i pericoli per la casa, magari agitando lo spettro dell’aumento dei tassi dei mutui, gli italiani si convincano della bontà della moneta europea.
In questo caso, però, chi ha tirato fuori questa tesi ha commesso un macroscopico errore di ‘sintassi economica’. E’ evidente che chi ha scritto una cosa del genere è veramente ‘digiuno’ di economia. Non sa che, in un sistema economico, non sono importanti i tassi di interesse sui mutui, ma la possibilità di pagarli.
Facciamo un esempio semplice. Nei primi anni ’80, in Italia – e chi scrive lo ricorda benissimo perché si occupava anche di queste cose per lavoro – i tassi dei mutui per l’acquisto di una casa oscillavano tra il 18 e il 20 per cento. E tra il 1983 e il 1984, poco prima del referendum sulla scala mobile, arrivavano al 23-24 per cento.
Ma questo non era un problema, perché il sistema economico italiano funzionava. La gente si indebitava e pagava i debiti. Con mutui casa a 22-23 per cento.
Oggi i tassi sono al 2, 3, 4 per cento. Ma la gente non riesce a pagare i mutui. E non può pagare perché il sistema economico italiano è bloccato. Ed è bloccato dall’euro.
L’euro è una moneta ‘disegnata’ a pennello per gli interessi della Germania. Ma non va bene per l’Italia. Gli inglesi e gli svedesi, che negli anni ’90 erano governati da classi dirigenti di alto livello, l’hanno capito per tempo. Sono – insieme ad altri Paesi – nell’Unione europea. Ma non fanno parte dell’euro. E stanno benissimo.
Noi italiani, negli anni ’90, eravamo governati da classi dirigenti raccogliticce, ignoranti e corrotte. Così abbiamo consegnato il nostro Paese alla Germania dell’euro. E oggi ne paghiamo le conseguenze.
Chi ha scritto che non dobbiamo lasciare l’euro perché i tassi d’interesse dei mutui si innalzerebbero, ha scritto una grande fesseria. Oggi i tassi sono bassi non perché l’economia italiana va bene, ma per l’esatto contrario: perché va male.
Negli anni ’80 – come abbiamo già ricordato – i tassi dei mutui casa erano sei-sette volte superiori agli attuali. La gente pagava, l’economia andava bene. Oggi l’economia italiana è in ginocchio. E resterà in ginocchi fino a quando resteremo nell’euro.
Chi non ha capito questo dovrebbe evitare di cimentarsi in analisi economiche. Un conto sono le scelte politiche folli, come quella di aver consegnato il nostro Paese, mani e piedi, alla Germania dell’euro. Ma altra e ben diversa cosa sono le analisi economiche, per quel poco di scientifico che c’è nell’economia.
E quel poco di scientifico che c’è nell’economia, oggi, ci dice che l’euro, per l’Italia, è un disastro.