Venerdì 26 marzo, presso la sala Bonaventura della CISL in via San Giuliano, ha preso il via il corso di scrittura narrativa Chi sono io che scrivo io promosso dall'associazione Uber. Docente d'eccezione lo scrittore palermitano Giorgio Vasta
A lezione di scrittura (e di vita)
«Scrivere è un’arte che non può essere insegnata, ma è possibile insegnare le tecniche di scrittura». Con questa convinzione Alessandro Baricco, noto scrittore piemontese, ha creato la scuola di scrittura Holden. Con questo stesso obiettivo l’associazione Uber ha organizzato il corso di scrittura narrativa “Chi sono io che scrivo io”. Per due week end non consecutivi (ci sarà la pausa pasquale), la sala Bonaventura della CISL ospita le lezioni di Giorgio Vasta, scrittore palermitano emigrato a Torino, che con la sua opera prima ‘Il tempo materiale’ è stato candidato per il Premio Strega 2009.
Vasta, docente di Tecniche della Narrazione proprio presso la prestigiosa scuola Holden, focalizzerà, durante le sue ore di lezione, l’importanza di raccontare se stessi attraverso la scrittura. Questa scelta narrativa permette di modificare ed ampliare la percezione della nostra vita che nel tempo si è solidificata, mettendola in discussione in maniera fertile. Dopo le lezioni, verrà condotto da Alessandro Garigliano, anch’egli tutor per i corsi di scrittura della scuola Holden, un laboratorio specifico che avrà il compito di stimolare i singoli partecipanti del corso attraverso il confronto e il commento dei loro lavori.
Promotrice del corso è l’associazione Uber, nata nel 2005 grazie all’unione di una psicologa, una sociologa, una pedagogista e una grafica. Tiziana Nicolosi, sociologa, socioterapeuta e operatrice di teatro sociale, riassume brevemente le finalità di questo progetto: «L’associazione Uber nasce con l’obiettivo di far incontrare l’intervento psico-sociale con il mondo delle arti e della formazione. Si occupa di progettazione e di servizi alla persona, quali il counseling individuale, la mediazione familiare, i gruppi-laboratorio organizzati sia in vista della cura di nuclei in difficoltà, del sostegno a questi rivolto, del recupero e dell’acquisizione di abilità specifiche dove sono presenti disturbi neuro-comportamentali, sia in rapporto alla motivazione più vicina alla vocazione artistica e al diletto creativo di ciascun partecipante. Attenzione particolare, insomma, viene riservata al valore pedagogico dell’arte come valore fondamentale di spendibilità esperenziale, lavorativa, critica».
Il corso di scrittura non è però l’unico progetto promosso dall’associazione. Uber deriva dal latino e letteralmente significa ‘abbondante, pieno, rigoglioso’ come l’offerta proposta dai numerosi laboratori. «Ciclicamente – continua Tiziana Nicolosi – vengono promossi diversi corsi. Disegno e Pittura, Ceramica Raku, Origami, Cartapesta, Fotografia, Fiabe, Ricamo, Espressione musicale. Ogni laboratorio ha carattere fortemente pratico ed è strutturato secondo una formula che rispetta la scelta del piccolo gruppo di lavoro e del singolo incontro settimanale intensivo della durata di due ore, in un clima intimo e professionale».
L’elemento femminile caratterizza pienamente l’associazione, che si compone quasi esclusivamente di donne. «La nostra non è stata una scelta voluta, anzi ben venga la collaborazione degli uomini! Però vogliamo abbattere la convinzione che le donne non possano coesistere in uno stesso ambiente di lavoro e, soprattutto, vogliamo abbattere la convinzione che sociologia, psicologia e pedagogia non possano coesistere. Queste discipline possono e devono essere animate da un obiettivo comune».