La strada scolastica «sperimentale» della scuola Cavour «Senza automobili è punto di riferimento per i ragazzi»

Si tratta di un esperimento, ma l’idea potrebbe essere definitiva. Quella della strada scolastica nelle vicinanze della scuola Cavour di Catania, in via Carbone, al momento è solo la concretizzazione di un percorso iniziato lo scorso anno da Legambiente insieme a docenti, studenti, genitori e residenti. Il tutto con la chiamata in causa dell’amministrazione comunale, che ha vagliato i vari passaggi del progetto. Si tratta di un percorso di circa 50 metri, con uno spiazzo in cui è stato realizzato un piccolo campo da gioco. L’area si trova antistante all’istituto scolastico. Una iniziativa che, da quanto sostenuto dalla presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello, i ragazzi sembrano aver preso a cuore. «Si sta dipingendo il campetto multifunzionale, molti ragazzi si portano il pallone con cui giocare nello spazio prima delle lezioni, qualcuno ha disegnato i quadrati per i giochi dello sciancatello – spiega a MeridioNews – È diventata anche un’area di aggregazione per la zona. Questo è soltanto l’ultimo capitolo di un impegno iniziato mesi fa, che ha visto anche il coinvolgimento dei residenti. Da ottobre 2021 è stata proposta una formazione capillare ai ragazzi su cosa sia la strada scolastica».

A essere coinvolti nell’iniziativa sono stati pure gli assessori Michele Cristaldi, che ha la competenza sul centro storico, Enrico Trantino per i Lavori pubblici, Giuseppe Arcidiacono, assessore alla Mobilità, e Barbara Mirabella, che nell’amministrazione ha la delega all’Istruzione. Quella di via Carbone è la seconda strada scolastica in via di realizzazione dopo l’esperimento davanti alla scuola XX Settembre dove si trova un’area di attesa per i genitori. «La prossima che vorremmo realizzare sarà nei pressi della scuola Majorana – continua Sorbello – A queste seguirà la riqualificazione di via Pantano, dove pianteremo alberi e fiori e verranno installati degli arredi urbani. In un secondo momento si proverà la chiusura di una parte via Fiamingo semplicemente mettendo dei paletti dissuasori». Bisogna ancora attendere per sapere se via Carbone sarà chiusa soltanto per un periodo di prova, che si concluderà agli inizi di maggio, o in maniera permanente. Sempre il prossimo mese, Legambiente incontrerà alcuni residenti per provare a portare avanti un progetto comune. Nel frattempo, da quando è cominciato l’iter che ha portato alla chiusura temporanea e alla realizzazione dello spazio da gioco, è stato avviato un crowfounding attraverso la piattaforma online Laboriusa.it – raccolta a cui è ancora possibile partecipare – con cui sono stati acquistati i primi materiali, colori e vernici.

In attesa di altre possibili novità, Sorbello evidenzia l’importanza delle zone scolastiche. Promosse da iniziative europee e contenute anche nel Decreto semplificazioni del 2020, le aree urbane in prossimità delle scuole hanno l’obiettivo non soltanto di aiutare l’aggregazione, il divertimento e l’armonia tra i ragazzi, ma anche di garantire una riduzione importante di inquinamento ambientale e un alto livello di protezione dei pedoni. «Occorre sempre di più sensibilizzare le strade scolastiche – osserva Sorbello – Le nostre città sono piene di automobili, che vanno eliminate dai luoghi in cui i bambini formano la loro identità, cultura e preparazione. Gli studenti non possono continuare a fare lo slalom tra le automobili. E i genitori dovrebbero, dal canto loro, facilitare la loro autonomia non per forza accompagnandoli con l’auto in prossimità dell’ingresso». L’azione portata avanti da Legambiente, con lo scopo di coinvolgere tutta la cittadinanza, vuole avere una doppia valenza. «Da un lato è simbolica – precisa Sorbello – dall’altro è una protesta vera e propria, un’azione dimostrativa per fare emergere che Catania, in quanto a mobilità sostenibile, è una delle città messe peggio in Italia: ci si muove solo con le automobili e regna l’egoismo verso gli altri e l’ambiente. Non possiamo andare avanti così – conclude l’attivista – dobbiamo seguire la linea delle altre città europee. Questa è una città malata e per guarire bisogna partire dai più piccoli».


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