Ars, bocciato ddl sull’uso agricolo dei terreni incendiati Caputo: «Era strada giusta per contrastare il fenomeno»

«Ci facciamo del male molto spesso». La prima persona plurale è retorica. Carlo Caputo, il presidente del Parco dell’Etna, sceglie di usarla per descrivere quella che, parafrasando un lungo post pubblicato su Facebook, potrebbe essere definita una mossa tafazziana. Dal celebre personaggio ideato da Carlo Turati e interpretato da Giacomo Poretti, dalle tendenze masoschiste. Nel mirino è finita la votazione con cui due giorni fa l’Ars ha bocciato lo schema di progetto di legge, che se avesse avuto l’ok da sala d’Ercole sarebbe stato proposto al Parlamento nazionale, contenente modifiche alla legge del 2000. Ovvero quella che regola la gestione dei terreni percorsi dal fuoco. Firmatari del ddl erano stati i deputati di Diventerà Bellissima Giuseppe Zitelli – già vicesindaco di Caputo a Belpasso – e Giusy Savarino, quest’ultima anche presidente della commissione regionale Ambiente. Ma la proposta è stata bocciata dall’aula: dei 42 presenti, hanno votato in 31, dei quali 14 a favore e 17 contrari. 

«Non voglio parlare di chi ha votato contro perché non voglio si scada nella dialettica partitica o peggio nelle ripicche personali – ha scritto Caputo su Facebook -. Ho letto che la legge non è passata perché altrimenti si sarebbe favorita la speculazione. Non comprendo di quale speculazione si parli considerato che quella edilizia è fuori tema. Penso che questa iniziativa andasse verso la direzione di prevenire una parte di incendi consistenti che si verificano sull’Etna, sappiamo tutti – ha aggiunto il presidente del Parco – che i terreni valorizzati dai privati difficilmente vengono aggrediti dal fuoco». Il riferimento va alla possibilità, introdotta dal ddl, di consentire delle deroghe alla legge che impone sui terreni interessati da incendi il divieto per 15 anni di chiedere il mutamento di destinazione. Deroga che avrebbe riguardato il cambio da terreni destinati al pascolo ad aree destinate all’agricoltura. «Sulle suddette particelle catastali sono consentite le sole pratiche di produzione primaria di alimenti, attraverso la coltivazione ovvero l’allevamento di animali – recita l’articolo su cui si sono espressi i deputati regionali -. Rimangono esclusi lo sfruttamento delle stesse per destinazioni diverse da quelle agricole, anche con riferimento all’installazione di impianti fotovoltaici a terra».

«Sono venuti diversi produttori lamentandosi del fatto che sull’Etna ci siano molti terreni abbandonati ed attraversati dal fuoco, terreni che potrebbero tornare a essere vigneti o frutteti – ha aggiunto Caputo su Facebook -. Molti produttori e proprietari sono venuti per raccontarci di come si sentano soli di fronte a delinquenti sconosciuti che ogni anno appiccano fuoco per scoraggiare i proprietari ed invitarli a non prendersi cura delle terreni ai fini agricoli». In altre parole, consentendo ai proprietari di riprendere in mano terreni abbandonati e finiti nelle mire di chi cerca foraggio fresco, si sarebbe potuto contribuire alla lotta di coloro che spesso, in maniera frettolosa, vengono definiti dei piromani. 

A non condividere il ddl sono stati il Movimento 5 stelle e il Partito democratico. Tra i primi, durante la seduta d’aula, a prendere la parole è stata la deputata Gianina Ciancio. Anche lei originaria di Belpasso. «Per quanto nella finalità della legge c’è scritto che si tende a evitare che vengano appiccati gli incendi, l’obiettivo secondo me che si raggiunge è esattamente l’opposto – è intervenuta Ciancio prima del voto – Ma non lo dico io, lo dice anche la nota di risposta del ministero della Cultura, che ha mandato alla Commissione ambiente che dice “va inoltre notato che il divieto sopra indicato pare presentare funzione di deterrenza rispetto alle possibili attività delittuose di incendio doloso, dato che talvolta tali delitti possono essere motivati dall’intenzione di mutare violentemente la destinazione delle aree boscate. In ragione di ciò – ha ricordato Ciancio, leggendo il parere del ministero – la modifica proposta pare controproducente, e per tale ragione se ne segnala la inopportunità». Di avviso simile anche i dem, per i quali ha preso la parola il segretario regionale Anthony Barbagallo. «Non possiamo sopportare che chi pensa di essere più furbo poi riesca a vincere sulla tutela paesaggistica, quindi il nostro voto sarà contrario», ha annunciato Barbagallo, difendendo la legge attualmente in vigore. 

Tra chi ha commentato l’esito della votazione in aula c’è stata anche Angela Foti, per l’occasione nelle vesti di presidente dell’Ars. «Non passi l’idea che fosse una legge di tipo delinquenziale, perché assolutamente non lo era – ha detto Foti – è una legge che aveva una sua logica corretta». Mentre Ciancio ha replicato: «L’obiettivo che vogliamo raggiungere è lo stesso, ma la strada che intendiamo percorrere, purtroppo per qualcuno è questa, per qualcun altro non è condivisa». «Penso che questa iniziativa dei deputati andasse verso la direzione di prevenire una parte di incendi consistenti che si verificano sull’Etna, sappiamo tutti – ha concluso oggi Caputo – che i terreni valorizzati dai privati difficilmente vengono aggrediti dal fuoco».


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