Abusi sessuali, capo protezione civile Enna vuole patteggiare Le violenze in ufficio contro una volontaria del servizio civile

Ha chiesto di patteggiare la pena Lorenzo Colaleo, il presidente regionale dell’Anpas (associazione nazionale pubbliche assistenze) e responsabile del Centro operativo di protezione civile di Enna, attualmente sottoposto al divieto di avvicinamento a una giovane donna che lo ha denunciato per violenza sessuale. Il pubblico ministero Salvatore Interlandi, data l’evidenza delle prove, aveva chiesto per il 62enne il giudizio immediato

Al presidente regionale Anpas, difeso dall’avvocato Ones Benintende a novembre è stata notificata la misura di divieto di avvicinarsi alla giovane donna, assistita dall’avvocata Eleanna Parasiliti Molica e ai luoghi da lei frequentati. Dall’indagine, condotta dalla squadra mobile di Enna emerge che con violenza, minaccia e abusando della propria autorità, proprio nell’esercizio delle sue funzioni di presidente regionale dell’Anpas e di responsabile del centro operativo comunale di protezione civile di Enna, Colaleo avrebbe costretto la 24enne – che prestava servizio civile per l’ente – a subire atti sessuali e, in particolare, con il pretesto di essere aiutato per redigere il report dei contagiati Covid del giorno, l’avrebbe invitata nel suo ufficio. Stando a quanto ricostruito, dopo avere chiuso con forza la porta dell’ufficio, avrebbe rivolto alla giovane volontaria frasi adulatorie.

«Sei bellissima, sei molto intelligente, mi piace la tua mente, sei una vivace come me, abbiamo questa cosa in comune. Non ci proverei mai con una che non ha niente da perdere». In questo contesto, Colaleo avrebbe chiesto alla 24enne se fosse mai stata con una persona più grande di lei. «Io le persone le faccio sballare in altro modo, io ho un certo fascino». Dicendo queste parole, il 62enne avrebbe preso tra le mani il viso della ragazza provando a baciarla. A quel punto, la vittima si sarebbe protetta la bocca con le mani ripetendo: «No basta, basta». L’uomo l’avrebbe poi abbracciata dicendole di «non tremare» e, baciandola sulla guancia, le avrebbe dato anche una pacca sul sedere


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