Librino, primi match ufficiali al San Teodoro I Briganti: «Come al primo giorno di scuola»

«Forza Briganti!». Sugli spalti del Campo San Teodoro Liberato a Librino si fa il tifo sotto il sole cocente di una domenica di ottobre che ricorda quelle di agosto. Per la prima volta i rugbisti della squadra del quartiere giocano la partita ufficiale d’inizio campionato nella struttura comunale che un anno e mezzo fa hanno liberato dall’abbandono e dal degrado. «È come il primo giorno di scuola», commenta il Brigante Mario La Rosa, che adesso assieme ai suoi compagni di quadra può finalmente giocare in casa.

Il campo, recuperato grazie all’impegno dei giocatori, dei tecnici, degli amici dei Briganti e dei volontari del centro Iqbal Masih di Librino, ha ospitato tre match, dalle 10.30 alle 17 circa, per le categorie under 16, under 20 e la serie C. «Da niente a tutto ed è stato il destino a volere che si giocassero tre partite il primo giorno», dichiara il presidente del club Stefano Cuccuruto. «Dopo tante fatiche il raggiungimento di qualcosa di tanto desiderato», aggiunge. Fino al giorno prima lui e i suoi compagni hanno lavorato per montare le acca e adesso i passi fatti in otto anni di impegno e lotta per poter giocare al San Teodoro riaffiorano nella mente: «Penso a quello che c’era prima – dice – alle macerie e al degrado, ai piccoli passi che ci hanno portato a questa domenica: alle giornate di lavoro, alla club house Peppe Cunsolo, a tutti gli allenamenti in palestra quando il campo non era pronto. Piccoli step che hanno portato alla realizzazione di questo grande sogno».

Più del sole che ha costretto gli atleti a molti break acqua, ad illuminare i loro volti, quelli degli allenatori e dei supporter è l’emozione. «Ho cominciato a piangere dalla felicità dalle sette di stamattina – confessa Valentina Marletta del centro Iqbal Masih – perché ce l’abbiamo fatta a riportare i Briganti e il rugby a Librino». E la presenza di molti genitori dei giovani rugbisti del quartiere le dà ragione. «Dimostra che si sta creando un’identità di squadra con le famiglie ed è bellissimo», afferma.

Un’emozione condivisa anche da chi lavora nella gestione amministrativa della squadra e del campo, come Stefania Ferrara. «Il fischio d’inizio di oggi – dichiara – è stato un momento fondamentale per la storia dei Briganti e della città, la dimostrazione del fatto che con la forza di volontà si possono veramente cambiare le cose». Un momento importante anche per chi si allena da poco, come Celeste Micciché, che fa parte della neonata squadra femminile del club dei Briganti. Lei che vive a Mascalucia, comune pedemontano della provincia etnea, Librino non lo conosceva molto, si è avvicinata al rugby dopo aver letto l’articolo di CTzen sulle Brigantesse e ha saltato il primo allenamento perché non ha trovato il campo, ma l’emozione di vedere le acca montate la racconta con lo stesso coinvolgimento dei più anziani.

Per la burocrazia comunale i Briganti sono ancora degli occupanti abusivi del San Teodoro, anche se non è così per la federazione di rugby. La squadra è in contatto con la nuova amministrazione: «Speriamo di poter parlare con l’assessore al Patrimonio già dalla prossima settimana», dice Cuccuruto. Però, mentre i piccoli dell’under 16 sono in campo, il Comune è l’ultimo dei pensieri del presidente: «Noi viviamo alla giornata, l’importante è che ci divertiamo», dichiara. Pensa di più alla crescita dal punto di vista tecnico che i ragazzi dimostrano in campo, anche grazie all’incremento della rosa di allenatori, tra cui alcuni con esperienza alle spalle come Pio Failla e Marcello Mica. «Stanno mettendo l’anima perché è la loro prima partita in casa», commenta Cuccuruto. Al mister in campo, Piero Mancuso, durante uno dei break acqua riusciamo a rubare solo una dichiarazione: «Siamo distrutti ma molto contenti».


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