Dal prossimo anno 333 studenti non isolani frequenteranno gli ambitissimi corsi nelle tre università di Palermo, Messina e Catania. Le graduatorie sono ancora in fase di scorrimento, ma il dato certo è che i test di selezione degli aspiranti medici hanno sancito una grossa sconfitta per i diplomati siciliani. Unica eccezione la città etnea, che cederà solo 21 posti. Merito, secondo il presidente del corso di laurea Gaetano Catania, della rigorosità: «Da noi gli esami di ammissione si svolgono con la massima severità e i nostri studenti sono più preparati perché sanno che non si imbroglia»
Medicina, falliscono gli studenti siciliani Invasione dal Nord degli atenei dell’isola
Débâcle degli ottomila studenti siciliani impegnati nei test per l’accesso alla facoltà di Medicina e chirurgia. L’esame più ambito, che da quest’anno è su base nazionale e non più regionale o relativo ai singoli atenei, ha sancito la netta sconfitta delle aspiranti matricole isolane nei confronti dei colleghi d’oltre stretto. Ieri, infatti, il Miur ha pubblicato le tanto sospirate graduatorie attese da oltre 69mila giovani in tutto il Paese e le tre università siciliane dall’anno prossimo vedranno tra i propri banchi studenti provenienti da altre regioni, soprattutto Lombardia e Veneto. Secondo i risultati dell’esame, sono 682 i posti conquistati dai siciliani, ma ben 333 verranno occupati da colleghi non isolani.
A Messina il risultato peggiore: su 240 posti messi a disposizione, sono stati solo 95 gli studenti siciliani ammessi. Brutto colpo anche per Palermo, dove i posti contesi erano 425. Dall’anno accademico 2013-2014 saranno 156 i giovani provenienti da altre regioni che seguiranno i corsi e sosterranno gli esami all’ombra del monte Pellegrino. Si difende invece Catania. Su 339 posti liberi, solo 21 non sono stati conquistati da studenti isolani.
Un risultato che, nella diatriba sull’esodo di studenti del Nord verso le aule a sud dello Stivale, discosta gli etnei dai posizionamenti meno brillanti ottenuti dai colleghi del resto dell’isola. «È stata una soddisfazione», commenta Gaetano Catania, presidente del corso di laurea in Medicina dell’università catanese. La maggior parte degli aspiranti camici bianchi ammessi all’ombra dell’Etna, infatti, proviene dal capoluogo e dalla provincia di Catania. Un dato che, secondo il docente, anche alla luce della graduatorie 2013-2014, dimostra come si stia «riportando la città etnea tra le migliori a livello nazionale». E che, a dire del presidente, dipende dal rigore dell’ateneo nella selezione. «Da noi gli esami di ammissione si svolgono con la massima severità – spiega Catania – e i nostri studenti sono più preparati perché sanno che non si imbroglia. Formiamo medici – sottolinea il docente – e dobbiamo necessariamente essere rigorosi».
Severità che, secondo il presidente del corso di laurea in Medicina etneo, «probabilmente gli altri atenei isolani applicano in misura minore» e che spinge i giovani catanesi a prepararsi meglio a partire dagli anni della scuola superiore. «I nostri licei danno già una buona preparazione – precisa Catania – che viene completata dai corsi privati o da quello messo a disposizione dall’università, che è di certo ottimo». Parte del merito va anche alla graduatoria, da quest’anno su base nazionale, «utile perché una selezione unica mette a pari livello gli studenti di tutti gli atenei in base alla preparazione, senza fare distinzione tra Nord e Sud», conclude il presidente.
Le graduatorie non sono ancora definitive, dato che ogni studente al momento dell’iscrizione al test ha indicato più atenei tra i quali scegliere e non sono escluse variazioni fino all’ultimo minuto. Il primo scorrimento si avrà lunedì prossimo: lo studente definito assegnato ha ottenuto posto nella sede scelta e può immatricolarsi entro il 4 ottobre, quello prenotato è in graduatoria, ma non nell’università prescelta e ha quindi quattro giorni in più per decidere in base ai normali spostamenti della classifica. La preferenza, però, è permessa solo fino ad esaurimento e oltre la metà dei 10.456 che hanno superato la prova ha svolto l’esame in un’università del Nord, anche se non è escluso che una percentuale di diplomati meridionali abbia inserito come prima scelta un’università lontana da casa. Esauriti presto i posti a disposizione negli atenei settentrionali, i candidati senza sede, ma con buoni punteggi, dovranno essere riposizionati nei posti a disposizione anche più a Sud.