Servizi sociali, proteste al Comune Il rap di due bambini al sindaco Bianco

«Questa volta ci devi ascoltare, e i nostri diritti far rispettare». Hanno provato a fare un appello rap al sindaco di Catania i piccoli Daniel e Thomas, per supportare l’istituto dove da anni pranzano, studiano, giocano fino a tarda sera e soprattutto seguono il laboratorio musicale, il Cirino La Rosa di San Giorgio. Ma domani pomeriggio, quando sarà pubblicata la graduatoria dei 380 bambini ammessi ai servizi esternalizzati del cosiddetto «capitolo indigenti» per il supporto alle famiglie, all’interno di uno dei 15 istituti educativo assistenziali di Catania accreditati loro potrebbero non esserci. La nuova amministrazione, a causa delle croniche carenze di fondi in bilancio, ha infatti annunciato un calo drastico dei minori ammessi all’utilizzo dei servizi di trasporto mensa e soprattutto didattici, garantito dalla legge regionale 22 del 1987. E un centinaio tra dipendenti, mamme a alunni dell’istituto di San Giorgio hanno deciso questa mattina di occupare simbolicamente l’atrio dell’assessorato ai Servizi sociali. Causa mal tempo, perché avrebbero dovuto partecipare, insieme a tutte gli altri istituti aderenti all’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale Uneba, a un sit-in in piazza Università. Senza un numero sufficiente di minori, l’istituto rischia di chiudere.

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«La risposta l’attendiamo per domani alle 16, sono state convocate le rappresentative sindacali», riferisce Rosanna Di Guardo, presidente della Fondazione Cirino La Rosa Onlus che gestiste l’omonimo istituto. «Domani usciranno le graduatorie per vedere a quali istituti l’amministrazione darà in affidamento, intanto, 380 minori. Oggi l’assessore ai Servizi sociali Fiorentino Trojano ci ha ricevuti ma non ci ha dato molte speranze, anche se ci ha detto che incontrerà l‘assessore al Bilancio per vedere se è ancora possibile reperire le risorse per accogliere i minori esclusi», ha concluso la dirigente. Una soluzione provvisoria potrebbe venire dall’utilizzo dei fondi della legge nazionale 285 del 1997, anche questi dedicati all’infanzia: estendendo l’utilizzo dei voucher, introdotti dalla precedente amministrazione, a un numero maggiore di minori. Scongiurando, almeno per qualche tempo, la chiusura degli istituti come il Cirino La Rosa. «Questo sarebbe davvero un casino», come dice il rap di Thomas e Daniel.

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