Il provvedimento sembra non destare particolari preoccupazioni nel capoluogo, ma a rendere inquieti commercianti e professionisti è soprattutto la possibilità che il giallo si trasformi in arancione. «Non è giusto pagare per il comportamento di altri»
Covid, Palermo si prepara alla nuova zona gialla «Siamo tranquilli, ma temiamo ulteriori restrizioni»
«Non ho ben chiaro cosa comporti la zona gialla. Ho il greenpass e dovrei poter fare qualsiasi cosa. Certo, non mi cambia la vita uscire con la mascherina o andare in numero limitato al ristorante, ma non trovo giusto dovere pagare per il comportamento di qualcun altro». L’ormai certo arrivo di nuove restrizioni per contenere la diffusione del Covid 19 non sembra preoccupare più di tanto i palermitani. Da più parti tuttavia emerge un certo fastidio e un timore, soprattutto da parte di ristoratori e commercianti, che il colore da giallo possa trasformarsi in breve in arancione, se non addirittura in rosso.
«Bisognerà indossare la mascherina anche all’aperto, cosa che comunque già faccio quando lavoro – dice a MeridioNews Alessio Ferla, rappresentante di commercio – Inoltre con il greenpass, se non erro, posso spostarmi tra i Comuni indipendentemente dai colori. Per me non cambia niente. Già con l’arancione però può chiudere qualche attività in più e questo sarebbe un problema». Gli fa eco Domenico Gianni, commerciante di corso Calatafimi: «La zona gialla in sé cambierebbe veramente poco rispetto a quanto stiamo vivendo nella bianca. Per quanto riguarda l’ingresso nei negozi, tutto quello che stiamo vivendo per ora dovrebbe essere confermato. Quindi più che altro si tratta di qualcosa di minimo che dovrebbe spingere a mantenere più alta l’attenzione per quanto riguarda gli assembramenti».
Anche in questo caso, il punto rimane la possibilità di una nuova stagione di restrizioni. E di conseguenza anche un certo risentimento nei confronti di chi non ha accolto l’invito a vaccinarsi o ancor peggio si rifiuta strenuamente di farlo. «La cosa che mi auguro è che questo non porti a un ulteriore inasprimento qualora la cosa non dovesse migliorare – continua Domenico – Nel momento in cui esiste già qualcuno come noi che ha fatto tutte le dosi del vaccino, ha cercato di fare il proprio dovere per quanto riguarda la campagna vaccinale, la prevenzione e tutto il resto, vedere che bisogna sottostare alle stesse restrizioni di chi non ha mai voluto sentir parlare id vaccini, non ha mai rispettato alcuna regola per far sì che questa pandemia potesse rallentare, suona un po’ come una beffa. Nel migliore dei mondi possibili chi ha avuto l’accortezza di fare la propria parte al cento per cento dovrebbe essere quanto meno preservato con un canale diverso rispetto a chi non si è vaccinato e continua ad avere le sue remore e remare contro».
Infine Massimo Rinaudo, che per lavoro organizza eventi: «Per quel che mi riguarda: sagre non se ne sono fatte neanche in zona bianca. Per gli spettacoli credo che non cambi niente: la capienza dovrebbe rimanere la stessa e non ci sono per adesso limitazioni sulle attività che sto promuovendo. L’unico settore che potrebbe essere in qualche modo colpito è quello di chi lavora con i ristoranti, credo saranno solo loro a potersi lamentare a stavolta, per via dello stop alle tavolate. Resto comunque ottimista – conclude – penso che tra un paio di settimane la curva dei contagi si abbasserà e già adesso abbiamo i primi segnali».