Emanuele Feltri, l'agricoltore vittima di intimidazioni mafiose nel terreno di sua proprietà, ha incontrato i vertici della prefettura di Catania. «Rappresenta un riconoscimento ufficiale del problema», afferma. E in attesa di capire quali misure verranno adottate per l'incolumità del ragazzo, è organizzata per il prossimo giovedì un'assemblea pubblica di solidarietà. Intanto arriva anche un sostegno importante da Legambiente
Paternò, a Feltri le rassicurazioni dal prefetto Il giovane vince il premio Ambiente e legalità
«Oggi importante incontro in prefettura con la presenza di Libera. Il prefetto mi ha assicurato un impegno concreto da parte delle forze dell’ordine sul piano della mia tutela personale, presupposto imprescindibile per poter continuare a svolgere la mia attività imprenditoriale agricola e la salvaguardia di quel territorio». Questo ha scritto ieri pomeriggio Emanuele Feltri, il giovane agricoltore vittima di azioni intimidatorie nella sua campagna di Paternò. Dopo luccisione delle sue pecore, trovate sgozzate e squartate proprio davanti casa, veicolanti dunque messaggi minacciosi di stampo mafioso, negli scorsi giorni non sono mancate le dimostrazioni di vicinanza. In particolare da un gruppo di amici che gli ha impedito di rimanere solo. «Perché è chiaro che tranquillo non posso stare, ma non posso neanche continuare così», racconta Emanuele a Ctzen. Lincontro di ieri con il prefetto è stato importante «perché rappresenta un riconoscimento ufficiale del problema», afferma ancora il giovane. Inoltre, fa un po svanire «quel forte timore che la vicenda venisse sminuita come già in molti hanno fatto», confessa.
Daltra parte fino a pochi giorni fa, tramite il suo profilo Facebook, denunciava «un silenzio assordante da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine che non hanno ancora fatto nulla di concreto e nemmeno proposto di farlo sul piano della mia sicurezza personale e sul controllo di quel territorio dove è ovvio che girano interessi grossi forse troppo grossi». Il colloquio di ieri con le autorità rappresenta quindi un importante cambio di prospettiva tanto che il giovane agricoltore racconta di una grande disponibilità all’ascolto da parte del prefetto. Si mostra dunque fiducioso per lapertura «di una accurata indagine». In merito alle misure che verranno prese non entra nel dettaglio, però «perché sarà il prefetto stesso, tramite comunicato, a illustrarle», dichiara Feltri.
Grande disponibilità e vicinanza umana – «vera», come specifica il ragazzo – gli è dimostrata anche da parte del sindaco di Paternò, Mauro Mangano, dallassessore Agostino Borzì, dal sottosegretario alla giustizia Giuseppe Berretta e da tutti i «compagni ed amici del coordinamento in difesa della valle del Simeto a cui va un grazie particolare – scrive ancora sul suo profilo, il giovane – perché stanno credendo che un reale cambiamento sia possibile. Non possiamo fermarci… Si va avanti!». «Mi rendo conto che è difficile accettare le dinamiche di intreccio e controllo del territorio, ma è la verità e non riguarda solo Paternò. È quanto accaduto a me e credo che parlarne sia il primo passo», dichiara ancora a Ctzen.
Ecco perché, infatti, per giovedì 18, a Palazzo Alessi, a Paternò, il coordinamento in difesa della Valle del Simeto insieme al Comune, hanno organizzato una conferenza stampa e un’assemblea pubblica. Lo scopo è«ribadire il sostegno della collettività ad Emanuele Feltri dopo le gravi intimidazioni subite, nonché presentare l’appello lanciato dal Coordinamento in difesa della Valle del Simeto che al momento raccoglie centinaia di firme da tutta Italia e per richiedere risposte certe e tempi brevi alle istituzioni regionali e nazionali», si legge sullinvito allevento. Tanti i progetti in cantiere da trasformare in concrete attività antimafia, «sia per mantenere alta lattenzione al problema, che per migliorare il nostro territorio», spiega Feltri. «Stiamo vagliando la possibilità di realizzare diverse idee nella mia azienda e in tutto il territorio», continua. Imprenditoria giovanile, aziende multifunzionali con colture variegate che sappiano anche essere presidi culturali per il territorio, «come fattorie sociali». Ma non solo. «Stiamo lavorando tutti perché da questo episodio di violenza nasca una vittoria della società civile. Qualcosa di positivo che derivi da un lavoro pulito, credibile e soprattutto eco-sostenibile».
Una filosofia di vita a contatto con la natura che Emanuele cerca di seguire da sempre e che gli è valsa anche il premio Ambiente e legalità di Legambiente, che gli verrà consegnato il 10 agosto in Toscana «quale riconoscimento per la sua attività dimprenditore che ha scelto di puntare su uno sviluppo sostenibile dellagricoltura e di resistere contro ogni forma di violenza e intimidazione criminale. La Sua battaglia di civiltà è un esempio concreto per tutti coloro che credono e lavorano per dare ai giovani siciliani un futuro di legalità e prosperità», si legge nella comunicazione arrivata al giovane agricoltore siciliano. «Mi fa piacere per me e per chi sente propria questa lotta, andrò con piacere a ritirarlo», conclude.
[Foto di Emanuele Feltri]