«Una risposta ai fondamentalismi». Così il coordinatore palermitano dell'associazione descrive la campagna che campeggia in questi giorni per le strade di molte città a ridosso dell'8 marzo. «Serve informazione, in Italia il diritto alla salute riproduttiva è minacciato»
Affissa cartellonistica in favore della pillola abortiva Uaar: «Le donne devono avere il diritto di scegliere»
«Una risposta alla cartellonistica di diversi gruppi fondamentalisti». Così Giorgio Maone, coordinatore del circolo palermitano dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, commenta la campagna di affissioni promossa dall’associazione in molte città d’Italia, tra cui appunto il capoluogo siciliano. Affissioni mirate, nei pressi di luoghi simbolici. L’assessorato regionale alla Salute, gli ospedali, le scuole superiori e in un periodo tutt’altro che casuale: i giorni che precedono l’otto marzo, festa internazionale della donna. «Ogni anno facciamo almeno una grossa campagna nazionale su argomenti importanti, come previsto dal nostro statuto. Quest’anno, vista l’aggressione da parte del fondamentalismo cattolico come reazione alle linee guida del ministero sulla prescrizione e l’utilizzo della Ru486, la pillola abortiva, abbiamo scelto questo tema».
Testimonial della campagna dell’Uaar è Alice Merlo, la giovane che ha affidato ai social la notizia del suo aborto con Ru486. In calce le parole usate dalla ragazza: «Ho scelto di interrompere volontariamente una gravidanza con la terapia farmacologica. L’ho potuto fare in tutta sicurezza. La Ru486 evita il ricovero ospedaliero e l’intervento chirurgico: una scoperta scientifica meravigliosa per la salute delle donne». «Alice Merlo – dice ancora Maone – ha raccontato la sua esperienza con grossa serenità. Ci ha dato la sua disponibilità generosissima, in Italia ci vuole coraggio a mettere la faccia su una cosa del genere. Lei crede molto nella battaglia per l’autodeterminazione delle donne. Per lei abortire non è stato un dramma, per molte altre donne invece questa scelta lo è, ma è importante che resti appunto una scelta. Una scelta della donna, che non deve essere demonizzata o costretta a portare lo stigma».
«La pillola viene somministrata in day hospital in tutta sicurezza per la donna – continua il coordinatore – Oltretutto in tempo di pandemia, se si può risparmiare un ricovero è meglio. È più sicuro. Invece dopo la pubblicazione delle linee guida da parte del ministero c’è stata subito una levata di scudi. Alcune campagne paragonavano la pillola abortiva a un veleno, diverse Regioni hanno sconsigliato o addirittura vietato con delle circolari la somministrazione della pillola. Era questo il momento di alzare la voce. Forse nessuno dai tempi del referendum per l’aborto aveva fatto una campagna del genere».
E la situazione in Sicilia? «Abortire in Sicilia è sempre particolarmente pesante – conclude Maone – Non perché non siano state accolte le linee guida, tutt’altro, ma nella nostra regione i medici – l’Ru486 può essere prescritta anche dai medici di base e dai ginecologi ndr – sanno già che è difficile accedere alla procedura perché abbiamo un livello di obiezione di coscienza che supera l’ottanta per cento». L’8 marzo l’Uaar farà anche una campagna di volantinaggio informativa sulla pillola e su altri metodi contraccettivi presso diverse scuole superiori: «In giro c’è tantissima pornografia, ma di contraccezione si parla pochissimo».