La richiesta di visionare i documenti di locazione del teatro è stata notificata agli occupanti dal comando della polizia municipale etnea. Una misura che segue quella dello scorso gennaio, da parte del Comune di Catania, relativa ai documenti di proprietà dello stabile. In entrambi i casi, la risposta degli artisti che nel dicembre 2011 hanno sottratto all'abbandono e ristrutturato lo spazio cittadino è sempre la stessa: «Li ignoreremo. Qui siamo e qui restiamo»
Teatro Coppola, scatta il controllo dei vigili Gli artisti: «Noi parliamo solo con i cittadini»
Una nuova lettera con una nuova richiesta di documentazione è stata recapitata agli occupanti del teatro Coppola, dopo quella dello scorso gennaio in cui la commissione comunale etnea di vigilanza sui locali per il pubblico spettacolo, avanzando motivi di sicurezza e igiene, ha chiesto che le venisse fornito il titolo di proprietà, la destinazione duso dello spazio, la descrizione degli impianti di sicurezza e il collaudo delle strutture fisse o mobili. «Questa volta il mittente però è il comando dei vigili urbani e vengono richiesti i documenti di locazione», spiega Monica Saso, tra gli attori, musicisti, fotografi e lavoratori dello spettacolo che il 16 dicembre del 2011 si sono trasformati in muratori recuperando la struttura dallabbandono.
La notifica recapitata lo scorso martedì potrebbe essere una continuazione della prima, ma la risposta degli occupanti del teatro è sempre la stessa: «Qui siamo e qui restiamo». Non hanno alcuna intenzione di andare all’appuntamento fissato per oggi pomeriggio. E spiegano il loro rifiuto con almeno due motivazioni. Da un parte perché «non abbiamo la documentazione richiesta in quanto il teatro è occupato», continua Saso. Dall’altra, non vogliono «che un eventuale sgombero appaia come un atto amministrativo e non un atto politico quale invece sarebbe».
Una eventualità per niente remota, considerata l’assenza di autorizzazioni per la gestione del teatro. «Labbiamo sempre tenuta in conto», continua Saso, eppure la questione non li ha mai sfiduciati. «Noi lottiamo per la cultura, il nostro non è un semplice teatrino», spiega. Un impegno finora ignorato dall’amministrazione comunale, secondo gli occupanti, e con la quale «non abbiamo nessun dialogo», sottolineano. Una distanza rivendicata dagli artisti che hanno deciso di dare nuova vita a uno degli spazi di cultura abbandonati a se stessi in città, e che non hanno mai considerato lamministrazione comunale il loro vero interlocutore. «Noi guardiamo solo ai cittadini – conclude Monica Saso – Non ci interessa molto sapere cosa ha da dirci lamministrazione, soprattutto se lo fa in questi termini».