Calcio Catania, dal sollievo di Sigi alla polemica politica «Da Pogliese abbracci allo stadio: dà il cattivo esempio»

«In Sicilia è allarme Covid e Pogliese cosa fa? Dispensa baci e abbracci allo stadio». Mentre la città festeggia la vittoria del club rossazzurro in casa contro il Foggia, la prima dopo la firma del premilinare di vendita al gruppo rappresentato dall’avvocato italo-statunitense Joe Tacopina, a essere meno allegri sono un gruppo di consiglieri comunali catanesi: l’intero Movimento 5 Stelle; l’ex pentastellato, oggi nel gruppo misto, Giovanni GrassoEnzo Bianco e Lanfranco Zappalà di Con Bianco per Catania. Presente in una prima versione della nota inviata alla stampa anche Salvo Di Salvo (Grande Catania), che ha subito dopo smentito parlando dell’inserimento del suo nome come di un «grave errore» e dissociandosi.

In ogni caso, laddove molti vedono l’esultanza del sindaco Salvo Pogliese, noto tifoso, che abbraccia Tacopina dopo un gol, i pentastellati sottolineano come il primo cittadino non sia «in grado di dare il buon esempio» in un momento così delicato. Scenario della querelle lo stadio Massimino quasi vuoto: ammessi alla partita a porte chiuse solo gli attuali proprietari del club, cioè i soci della Sigi spa (qualcuno, pare, accompagnato), e i giornalisti. Tutti seduti lasciando un posto vuoto tra due persone e dotati di mascherine. Le quali però, a volte, scivolano giù, più o meno volontariamente.

«In piena pandemia, mentre i cittadini responsabili rimangono a casa e i commercianti soffrono per le restrizioni, il primo cittadino segue la partita incurante delle misure di sicurezza che tutti, autorità comprese, dovrebbero rispettare – concludono dal Movimento 5 stelle – Ricordiamo a Pogliese che non è sindaco del Calcio Catania, ma della città di Catania». E d’altronde l’inusuale coinvolgimento di Pogliese nel progetto di rilancio del club era già stato notato – seppur con animo opposto – dallo stesso Tacopina. Che, il giorno della firma, diceva: «Dopo le mie esperienze a Bologna, Roma e Venezia, è la prima volta che vedo un sindaco così coinvolto».

A non badare alle polemiche è il presidente di Sigi Giovanni Ferraù, che si dice «molto soddisfatto» di questo primo atto dell’accordo. Le sue ultime dichiarazioni pubbliche, a pochi giorni dalla firma e dopo un comunicato scocciato di Tacopina per le lunghe attese della trattativa, avevano rotto gli indugi a un malcontento che dentro la società covava da un pezzo. Ed era riferito nello specifico ai lunghi tempi previsti per la cessione definitiva – e il rientro dei capitali investiti – che matureranno solo quando l’Agenzia delle entrate certificherà il debito del club. Rispetto a quel momento, nell’accordo firmato non è cambiato niente. Se non la presa di coscienza da parte di Sigi di non potercela fare da soli.

Scelta che ha provocato non poche frizioni e l’assenza di alcuni investitori al momento della firma, avvenuta sabato alle 19 a Torre del grifo. Ma a stupire era stato soprattutto non vedere l’amministratore unico del Calcio Catania Nico Le Mura. «Sono andato via un’ora prima per impegni personali – replica Le Mura a MeridioNewsRientrare a casa il sabato pomeriggio è importante, è una questione di salute». Non pensava che la sua assenza avrebbe fatto rumore, anche perché «dovevamo firmare alle 15, senza stampa presente – aggiunge – Poi le cose sono cambiate e questo, in fondo, è solo un compromesso». Tanto che ieri, allo stadio, risultava regolarmente presente.


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