L'ex assessore regionale all'Energia della giunta di Rosario Crocetta e oggi gip al tribunale di Roma è stato ascoltato nel processo che è in corso a Caltanissetta. Un'audizione in cui si è parlato di esposti, dossieraggi, denunce, incontri, relazioni e video hot
Sistema Montante, Nicolò Marino e il clima avvelenato «Per i vertici di Confindustria io ero il male assoluto»
«Ero diventato il male assoluto». Lo ha raccontato al processo sul Sistema Montante, in corso a Caltanissetta, l’ex assessore regionale all’Energia della giunta di Rosario Crocetta e magistrato – oggi gip al tribunale di Roma – Nicolò Marino. Dopo le dimissioni dal suo ruolo politico, i vertici regionali di Confindustria gli avrebbero dichiarato «guerra».
Contro il magistrato si sarebbe creato un clima avvelenato: esposti anonimi, dossieraggi e denunce. «Catanzaro (Giuseppe, il presidente di Sicilindustria indagato che si è poi autosospeso dalla carica, ndr) si è sbizzarrito miei confronti in tutte le sedi promuovendo anche delle azioni risarcitorie – ha detto Marino nel corso della sua deposizione al processo – Vennero diffusi esposti anonimi sul mio conto. Non ho presentato denuncia perché sono persona offesa, vittima di questo dossieraggio».
Rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso, Marino ha detto anche che «Linda Vancheri (ex assessora alle Attività produttive indagata, ndr) rappresentava Montante e basta. Non faceva dichiarazioni e non era in grado di prendere decisioni in giunta. Beppe Lumia invece l’ho definito il governatore ombra perché era una presenza costante nella stanza del presidente Crocetta». In aula si è parlato poi anche di video compromettenti. «Un video che riguardava me? Non ne so nulla – ha affermato Marino – so che ne ha parlato Alfonso Cicero (l’ex presidente dell’Irsap, l’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, ndr) nelle sue dichiarazioni. Del video hot di Crocetta – ha aggiunto l’ex assessore – invece lo appresi da fonti dell’arma di Gela».
L’ex assessore ha poi ammesso di non avere «mai avuto stima di Antonello Montante. Avevo chiaramente percepito che questa funzione che aveva assunto di tutore della legalità era inaccettabile per la magistratura. Mi stupivo – ha aggiunto – di come certi colleghi potessero dargli spazio». Stima che invece Marino ha confermato di avere riposto nel «progetto di governo in cui credevo, nel presidente Crocetta e in Lumia. I contrasti – ha spiegato – nacquero per la gestione della discarica di Siculiana».
Il magistrato ha parlato di una telefonata ricevuta dal senatore Lumia «che mi diceva “devi venire a Palermo perché Antonello Montante e Ivan Lo Bello ti vogliono parlare“. Io non andai, vennero loro». Stando a quanto ricostruito da Marino, l’incontro sarebbe avvenuto all’hotel Excelsior di Catania. «Neanche il tempo di sedermi – è andato avanti Marino – e Montante si alza e mi dice “la devi smettere di creare dossier sul mio conto. Altrimenti so io cosa fare“. A quel punto, dissi che me ne andavo». Lo Bello sarebbe rimasto in silenzio, mentre Lumia avrebbe cercato di placare gli animi. «Montante mi contestava la posizione pubblica contro Catanzaro – ha dichiarato Marino – che gestiva una delle più grosse discariche in Sicilia. Ci aveva chiesto il rilascio di un’autorizzazione per l’ampliamento ma per rilasciarla era necessario che venisse realizzato un impianto per il trattamento dei rifiuti». La prossima udienza del processo è fissata per il 21 settembre e prevede l’audizione del Gianpiero Casagni.