Messina, De Luca sfida di nuovo il consiglio comunale «Con 17 firme vado a casa, poi però si vota di nuovo»

Il ritorno del sindaco Cateno De Luca comincia da una sfida. Quella lanciata al consiglio comunale accusato dal primo cittadino peloritano di avere strumentalizzato la sua assenza dal Comune per attaccarlo. De Luca, secondo nella classifica del Sole24ore sui sindaci italiani, ha accudito il padre malato in questi ultimi due mesi, lasciando le redini di palazzo Zanca al vicesindaco Salvatore Mondello e ai suoi assessori. «Ho seguito da casa passo passo quanto succedeva in città – ha spiegato durante una imprevista diretta Facebook ieri sera -. Messina non si è mai fermata. Adesso è il momento di ripartire. Se il consiglio comunale non mi vuole più come sindaco non ha bisogno di presentare la mozione di sfiducia. Se entro venerdì raccolgono 17 firme sarò io stesso a presentare le dimissioni. Così il 4 ottobre torniamo alle urne».

Il guanto è stato lanciato. Adesso tocca al consiglio fare la propria mossa. Nel frattempo De Luca va dritto per la sua strada. E stamattina in conferenza stampa a palazzo Zanca ha presentato un piano infrastrutturale che vale quasi mezzo miliardo di euro, tra finanziamenti destinati al Comune e altri alla Città metropolitana. È stata creata una banca dati sulle opere pubbliche per monitorare la spesa e per controllare l’andamento dei cantieri, l’utilizzo de fondi, ma anche le assunzioni di responsabilità da parte dei singoli dirigenti e dei rup. Dopo aver riavviato 22 cantieri per oltre 65 milioni di euro, dal primo giugno al 30 settembre ne saranno aperti 55 per il Comune e 10 per la Città metropolitana per un totale di 127 milioni di euro, e dall’autunno alla fine dell’anno il programma illustrato dall’assessore Carlotta Previti prevede l’avvio di altre 30 opere per un importo di oltre 42 milioni.

Più nello specifico, grazie alle risorse che provengono dal bilancio, dalla Regione, dal Fondo di coesione e dall’Europa a dicembre 2021 saranno aperti 166 cantieri per un totale di 499 milioni e 876mila euro. Di questi cantieri, 14 sono di competenza della Città Metropolitana per 10.795.200 euro. Per il Comune di Messina i cantieri sono 126 finanziati con 314.361.977 euro. A questi si aggiungono tre cantieri per l’Atm per oltre 36 milioni. Di cui quattro milioni e mezzo destinati a opere di ripristino manutenzione della linea tranviaria, altri sei milioni e 700mila per manutenzione parco veicolare e 25mila per la riqualificazione urbana della sede tranviaria. L’azienda metropolitane acque di Messina avvierà dieci cantieri per 17 milioni 837mila euro: un milione destinati a interventi per la condotta fognaria Cassina; altri 3milioni e 300 mila euro per l’acquedotto serbatoio Montesanto; per interventi di mitigazione vulnerabilità a Fiumefreddo a disposizione tre milioni e 110mila euro; per la ricerca idrica quattro milioni e mezzo; per il revamping digestore anaerobico Mili tre milioni e 300mila; per disinquinamento torrenti la somma disponibile 530mila euro, un milione invece è per l’impianto di sollevamento Mili Canneto, mentre per la perforazione pozzi alle Masse stanziati 147mila euro; 800mila per il revamping depuratore San Saba e infine un milione e mezzo per il ripristino della fognatura Marmora.

Altro tema caldo a Messina riguarda il dissesto idrogeologico. Sono undici i cantieri dell’ufficio del commissario straordinario dissesto idrogeologico per oltre 65milioni di euro. Quasi 30 milioni per la riqualificazione ambientale Catarratti-Bisconte, 650mila euro per i lavori di messa in sicurezza del torrente Portella Arena. Tre milioni per la mitigazione del rischio idraulico per attraversamenti e guadi. Altri 7 milioni e 900mila sono la mitigazione del rischio alluvioni nel torrente Larderia-Papardo-Gesso. Sei milioni e mezzo per la mitigazione del rischio erosione costiera Mezza-Tono-Casabianca. Per la riqualificazione e sistemazione idraulica alveo sono stanziati 3 milioni 470mila. Per il risanamento costiero Santa Margherita 3 milioni e mezzo. Per la via di fuga sulla statale 114 saranno spesi cinque milioni e mezzo. Per le opere di consolidamento e protezione del versante meridionale di Bordonaro 850mila euro; tre milioni per i lavori sui frangiflutti del litorale tirrenico e un milione e 122mila euro per la mitigazione del rischio idrogeologico di Mili San Pietro. Gli ultimi due cantieri riguardano l’impianto di Tono del valore di 40 milioni e il cantiere per la piattaforma di Pace per 14 milioni 972.906.


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