Passano ufficialmente allo Stato i beni di Francesco Abbate, usuraio pluripregiudicato di 66 anni. Ha erogato prestiti ad almeno 30 vittime, imponendo scadenze prefissate e tassi di interesse che variavano dal 25% ad oltre il 250% annuo
Usura, scatta maxi confisca da 17 milioni di euro Il monaco dice addio a immobili, conti e gioielli
Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, sulla base degli accertamenti patrimoniali disposti dalla locale Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di confisca di disponibilità finanziarie e patrimoniali nei confronti di Francesco Abbate (classe ‘54), detto il monaco, eseguito dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo.
Abbate è un usuraio pluripregiudicato. È stato condannato una prima volta nel 1997 per due ipotesi di usura consumate a Palermo nel 1991 e nel 1992, e una seconda volta nel 2018, a seguito di pronunciamento della corte di appello (sentenza irrevocabile a far data dall’ottobre 2019) a sette anni di reclusione per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, oltre che trasferimento fraudolento di valori. Tale ultima condanna deriva dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dagli specialisti delle fiamme gialle palermitane, all’esito delle quali ABBATE venne tratto in arresto nel marzo del 2013 con conseguente sequestro di beni e disponibilità finanziarie.
Nel corso delle investigazioni era stato ricostruito il giro d’affari di Abbate, che aveva erogato prestiti ad almeno 30 vittime, le quali avevano poi riferito agli investigatori della guardia di finanza che la consegna del denaro avveniva parte in contanti e parte in assegni, con scadenze prefissate e tassi di interesse imposti che variavano dal 25% ad oltre il 250% annuo. Successivamente alle indagini penali, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo PEF venne delegato dall’autorità giudiziaria palermitana all’esecuzione di indagini economico-patrimoniali in materia di misure di prevenzione all’esito delle quali, in accoglimento della proposta avanzata dalla locale Procura della Repubblica, il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione disponeva nel giugno 2013 il sequestro di beni mobili, immobili, gioielli e disponibilità finanziarie riconducibili direttamente o indirettamente al proposto.
A conclusione del procedimento di prevenzione, il Tribunale di Palermo ha ora emesso il provvedimento con cui si dispone la confisca nei confronti di Abbate dei seguenti beni, a suo tempo sottoposti a sequestro patrimoniale: 42 immobili siti nei Comuni di Balestrate, Palermo e Milano; 10 diritti di usufrutto e/o nuda proprietà di immobili; un’autovettura; 15 tra conti correnti, carte di credito e polizze vita; oggetti preziosi, monili (quali bracciali, collane, orecchini, anelli e pietre preziose) e orologi di pregio, il tutto per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro.