Coronavirus, Laura torna in Sicilia dalla Cecchignola «Fortunata ad avere il sostegno dello Stato italiano»

Mentre Lombardia e Veneto sono alle prese con l’emergenza contagi e in Sicilia si alza il livello di allerta, finisce il periodo di quarantena per gli italiani che hanno fatto ritorno nelle settimane scorso da Wuhan, epicentro dell’epidemia. Tra loro c’è anche Laura Turdo, 26enne che proprio in queste ore sta tornando a casa, a Castelvetrano. «Finalmente in viaggio verso casa – scrive su Instagram – parlando e gioendo con i miei genitori e godendo del paesaggio soleggiato della mia Sicilia, ripercorro mentalmente tutto quello che è successo in quest’ultimo periodo, allo stress e alle tensioni a cui sono stata sottoposta e all’incredibile esperienza che ho vissuto assieme ai miei compagni di dormitorio a Wuhan e ai miei connazionali nella struttura della Cecchignola».

Laura era a Wuhan grazie a una borsa di studio dell’istituto Confucio, ottenuta dopo la laurea specialistica all’università di Macerata. Fino al 2 febbraio la giovane ha vissuto in una città deserta, uscendo solo per fare la spesa e aspettando che l’ambasciata italiana in Cina le desse il via libera per il viaggio. Poi il ritorno in Italia grazie al volo militare e le due settimane di isolamento alla Ceccignola.

Ora è tempo di bilanci. «Nei giorni di quarantena – spiega in un lungo post – ho avuto modo di riflettere su quanto stava accadendo e realizzare effettivamente la situazione surreale in cui mi trovavo. Ho rivolto i miei pensieri ai cari amici rimasti a Wuhan e che sopravvivono chiusi nei dormitori internazionali; ai miei cari amici cinesi chiusi in casa con le loro famiglie; alle persone che purtroppo sono state contagiate e allo staff medico cinese che lavora incessantemente in tutta la provincia dell’Hubei. Travolta da tutti questi pensieri – continua – mi sono resa conto di quanto io sia stata fortunata ad avere la possibilità di ricevere assistenza e sostegno da parte dello Stato italiano nel rendere possibile il mio ritorno a casa». 

E ci tiene a ringraziare «in particolare all’ambasciata italiana a Pechino che, con grande professionalità e prontezza, ci ha sostenuto e dedicato molte ore di lavoro in questo grande momento di difficoltà». Ma anche «il ministero della Difesa, il ministero della Salute, l’esercito italiano e l’aeronautica militare che hanno reso possibile un’operazione di questa portata in piena sicurezza. Infine – conclude – colgo l’occasione per augurare alla città di Wuhan un presto ritorno alla normalità».


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