Un modello di innovazione sociale circolare in cui i residenti sono produttori e fruitori di beni. «L'obiettivo - racconta a MeridioNews la presidente Linda Cantarella - è valorizzare turismo e agricoltura con un progetto accessibile a tutti». Guarda le foto
Leontinoi, la prima cooperativa di comunità siciliana «È l’unione tra cittadini che fa rivivere il territorio»
La prima cooperativa di comunità siciliana si chiama Leontinoi. «Con l’accento che cade sull’ultima o – precisa a MeridioNews la presidente Linda Cantarella – Per questo abbiamo dovuto lottare con i linguisti perché volevamo sottolineare già nel nome il senso del collettivo, di un noi che cammina insieme avendo di mira la nostra realtà locale». Un modello di innovazione sociale circolare nel quale i cittadini sono al tempo stesso produttori e fruitori di beni e servizi con l’obiettivo di creare sinergia, coesione e sviluppo all’interno di un territorio.
Partecipazione e bene comune sono le due parole chiave che hanno dato vita, lo scorso agosto a Lentini (in provincia di Siracusa), a questa prima esperienza di cooperativa di comunità sull’Isola. Un’idea diventata realtà dopo che all’Ars è stata approvato, a fine 2018, un disegno di legge presentato dalla deputata regionale del Movimento 5 stelle Angela Foti. Qualcosa che nel resto d’Italia esisteva già: come nel caso della cooperativa di comunità Paranza che a Napoli, nel quartiere Sanità, è riuscita a ridare vita alle catacombe oppure di Scherìa che a Triolo (in provincia di Catanzaro) ha valorizzato alcuni reperti archeologici coinvolgendo nelle operazioni di scavo anche gli abitanti del luogo e i turisti.
Una norma che si pone l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei centri urbani di grandi e piccole dimensioni, soprattutto quelli a rischio spopolamento e disagio sociale attraverso la valorizzazione di beni culturali, patrimoni naturalisti, tradizioni locali e identità dei luoghi. Un paradigma innovativo di sviluppo sociale ed economico che ha come caratteristica principale quella di essere composto da soci residenti nei territori in cui la cooperativa opera. «Leontinoi, al momento, conta otto soci effettivi – spiega la presidente Cantarella, che a 50 anni ha lasciato il proprio lavoro in una società di comunicazione per dedicarsi a questo progetto sociale – ma è aperta ad accogliere chiunque abbia a cuore e voglia prendersi cura del luogo in cui vive».
Turismo e agricoltura sono i due perni attorno ai quali si sviluppano i piani della prima cooperativa di comunità siciliana. La prima attività di Leontinoi è stata Natalentini in fiera, un evento che si è tenuto dal 20 al 23 dicembre nella cittadina del Siracusano. «Un modo per fare rivivere via Garibaldi – racconta Cantarella – Quella strada che oggi appare desolata un tempo era il cuore del passeggio cittadino. Lì c’erano i negozi più importanti ed è a quelli che hanno resistito, nonostante la crisi economica, che abbiamo voluto dedicare tutto lo spazio degli stand sulla strada». Negozi di abbigliamento, ottici, qualche bar. «Rivederla piena di vita è stata un’emozione forte per tutti i cittadini».
Con il periodo natalizio quasi alle spalle, i soci della cooperativa di comunità hanno già in cantiere un progetto nazionale – organizzato da Legacoop – «che mira a valorizzare la bellezza del territorio, anche dal punto di vista agricolo, e a riscoprire il lago Biviere. La nostra idea – spiega la presidente – è quella di realizzare una mongolfiera a forma di arancia che, alzandosi, faccia vedere tutta la zona. La cosa fondamentale è che sia accessibile a tutti».
Altro aspetto fondamentale delle cooperative di comunità è che diventino «un soggetto privilegiato per l’attuazione di politiche attive del lavoro finalizzate alla creazione di nuova occupazione», come si legge nel testo del ddl. «È per questo che nel progetto abbiamo coinvolto anche una ventina di giovani lentinesi inoccupati e disoccupati che hanno dentro il senso del territorio e, adesso, possono avere l’opportunità di realizzarlo. L’obiettivo – sottolinea Cantarella – è creare qualcosa che non abbia valore solo a livello individuale ma, appunto, di comunità».