A Cinisi il presepe dei mestieri e della tradizione Dal nonno al padre al figlio: «Museo in miniatura»

Cosa c’è di più tradizionale di un presepe durante le festività natalizie? Un presepe delle tradizioni. E’ quel che dal 1988 si può ammirare, ogni anno, presso la sala consiliare del Comune di Cinisi. «Chiunque entra per la prima volta si stupisce della precisione e della veridicità dei dettagli» afferma Mara Manzella, che da Casa Memoria sostiene da anni il presepe artistico semovente realizzato dalla famiglia Randazzo. L’esposizione, denominata anche delle arti dei mestieri e della tradizione siciliana, è una sorta di perfetta armonia tra le atmosfere natalizie e il racconto in miniatura di antichi lavori agricoli e pastorizi ormai in estinzione.

A ideare l’opera nel 1955, con pochi elementi e modeste dimensioni, è il signor Lorenzo Randazzo. Nel 1988 il presepe viene ripreso e rivisto dal figlio Giacomo, a sua volta supportato negli ultimi anni dal figlio Lorenzo – noto al grande pubblico per aver interpretato il giovane Peppino Impastato nel film I cento passi (da allora Lorenzo ha intrapreso una brillante carriera da attore).

«Il presepe semovente realizzato da mio padre era a quei tempi l’unico in Sicilia – commenta Giacomo Randazzo – Io l’ho ripreso circa 30 anni dopo, e quest’opera rappresenta il paesino siciliano che scompare. All’interno ci sono cinque presepi, che raccontano della civiltà contadina del dopoguerra che ormai non esiste più. Si tratta ormai di un museo in miniatura che ospita il Natale ma che fuori da queste feste resta una rappresentazione sempre valida. In tutto la mia opera è di 65 metri quadri, che occupa due stanzoni».

Nel corso degli anni il presepe, che continua ad avere numerosi visitatori, ha ricevuto altrettanti premi in concorsi regionali e nazionali, soprattutto per la fedeltà della riproduzione in miniatura e per le realistiche animazioni meccaniche. E’ stato inoltre inserito nel Registro delle Eredità Immateriali (R.E.I.), istituito dalla Regione Siciliana per salvaguardare il patrimonio culturale dell’umanità secondo le indicazioni dell’Unesco.

«Da sette anni il presepe rimane montato, quindi i visitatori sono aumentati e vengono da ogni parte della Sicilia – continua Randazzo – Negli ultimi anni ho mio figlio che mi aiuta, anche lui è molto preso da questa opera. E io ormai lascio che sia lui a decidere, visto che ha studiato anche scenografia. Io ormai mi riduco a fare l’operatore manuale (sorride, ndr)». Il presepe è realizzato in miniatura, in scala uno a dieci, con materiali reali (tufo, pietra, ceramica, legno, ferro) a partire da una ricerca meticolosa e da uno studio approfondito della storia della tradizione siciliana. 

I personaggi, attraverso dei meccanismi curati nei minimi particolari, riproducono i movimenti tipici dei diversi mestieri che si rappresentano quali il fabbro, il falegname, il calzolaio, la senia, i carretti siciliani, il ricottaio, il forno. Ed è in questo contesto scenografico che si inserisce l’evento della Natività. Ciò avviene senza troppo clamore, in una stalla appena fuori dall’abitato, quasi a voler rafforzare l’idea che l’importanza e la grandezza del Natale è insito nello stesso modello di vita della povera e umile gente, fondata sui valori dell’onestà e della solidarietà. Il presepe si potrà visitare tutti i giorni fino al 6 gennaio, e poi esclusivamente nei weekend.


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