Sorelle Napoli, arriva la solidarietà del sindaco Giardina Il loro legale la respinge: «Ci saremmo aspettati altro»

«Io e la giunta comunale diamo tutta la solidarietà alle sorelle Napolivittime ancora una volta di danneggiamenti nella loro azienda agricola. L’amministrazione comunale nel condannare qualsiasi tipo di violenza, auspica che al più presto che si faccia definitivamente luce sulla vicenda che ormai da più di due anni coinvolge non solo le tre sorelle Napoli ma un’intera comunità». La presa di posizione del sindaco di Mezzojuso sorprende fino a un certo punto. Per chi ha seguito tutte le vicende inerenti i terreni di Irene, Ina e Anna Napoli – le tre sorelle che da anni denunciano danneggiamenti e intimidazioni di stampo mafioso – quella del primo cittadino è una solidarietà non certo inedita, visto che Giardina si è espresso più volte a loro fianco.

Peccato che tra le sorelle e il sindaco da tempo non corra buon sangue: nel programma di La7 Non è l’arena più volte le parti si sono scontrate, e ai primi di febbraio Giardina è stato tra coloro che è stato ascoltato dalla commissione regionale Antimafia. Intanto quel che è certo è che domani alle 17 nei locali del consiglio comunale di Mezzojuso alla presenza di autorità civili e militari sarà espressa, annuncia ancora il sindaco, la «solidarietà alle sorelle Napoli dopo l’ennesimo episodio subito appreso dai media». Una piccola frecciatina, quella di Giardina, che intende sottolineare di aver appreso l’episodio dalla stampa (così come già contestato in passato)? Di certo c’è che il legale delle sorelle Napoli, l’avvocato Giorgio Bisagna, rispedisce al mittente la solidarietà del primo cittadino.

«Le mie assistite – afferma – sono estremamente preoccupate per la prosecuzione degli episodi di danneggiamento in danno dei loro beni. Nonostante l’isolamento di cui sono vittime e gli attacchi mediatici di ben noti personaggi, non intendono cedere nel loro impegno per ottenere verità e giustizia. Del pari, appare intempestiva e meramente formale la affermata solidarietà dell’amministrazione di Mezzojuso. Invero, ci saremmo aspettati altre condotte fattive e prese di distanza nei confronti di chi, quotidianamente, diffama e infanga il buon nome delle mie assistite. E non è un caso che anche il giudice di indagini preliminari di Termini Imerese abbia respinto la richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Mezzojuso nel processo contro La Barbera Simone e altri, proprio per non avere rinvenuto attività concrete di sostegno e supporto alle vittime».


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