Un hashtag per coinvolgere gli utenti «in maniera attiva». Un'idea semplice quella della mappa cartacea di eventi a Catania che, dal suo sito web, promuove un concorso a premi online basato su Instagram. Quasi una novità assoluta nel panorama catanese. Ma nel capoluogo etneo le aziende sono già pronte per il social media marketing? «Sì, ma bisogna vedere come lo si fa» risponde Rocco Rossitto, fondatore della community di Instagramers catanesi e soprattutto social media strategist di Citymap
Scatta il tuo #nataleinsicilia e vinci Citymap lancia il foto-racconto collettivo
Si chiama racconta il tuo #nataleinsicilia l’ultima trovata di CityMap, celebre mappa cartacea che pubblicizza gli eventi nella città di Catania. Una iniziativa promozionale, basata su un hashtag col quale pubblicare la propria foto in tema natalizio scattata con Instagram, la nota applicazione per smartphone di condivisione di scatti istantanei. Gli autori delle dieci fotografie pubblicate entro il 18 dicembre che avranno più like su Facebook, riceveranno dei regali dai partners commerciali di CityMap. Una strategia di social media marketing semplice, ma ancora poco diffusa in Sicilia. Una novità che porta a riflessioni di livello più generale.
Il social media marketing per le aziende locali catanesi è già una realtà? Per Rocco Rossitto, fondatore di IgersCatania e IgersSicilia – community di utilizzatori di Instagram -, e soprattuto social media strategist e curatore della sezione eventi di City-Maps.it, la risposta alla domanda è scontata. «Non bisognerebbe chiedersi se stare o meno sui Social Media per un’azienda, ma come» spiega Rocco. Perché «non essere presenti dove la gente, a livello globale e tantissimo a livello locale, discute, parla, si scambia informazioni è una scelta sbagliata».
Social network è sinonimo di Facebook, o a limite di Twitter. Voi però avete deciso di puntare su Instagram, che pur diffusissimo non ha certo la stessa visibilità. L’idea da dove è venuta?
La presenza su social media di CityMap parte certamente da Facebook, ma poi ci siamo aperti, a Twitter, a Instagram e agli altri social “minori”. Ad esempio su Foursquare abbiamo fato una delle cose più belle, mappando tutta la città con tips e liste d’utilità per turisti. Quanto a Instagram, è uno strumento formidabile per coinvolgere utenti. Natale in Sicilia è già il nostro secondo progetto, il primo è stato CityDuSoleil, in occasione del tour del Cirque du Soleil in Sicilia. E insieme alla community di IgersCatania abbiamo raccontato la festa di Sant’Agata l’anno scorso.
Con una operazione del genere cosa volete ottenere? Più pubblicità per CityMap o più visibilità per determinati prodotti? Voi chiedete di fotografare il Natale, ma concentrandosi su le bellezze architettoniche o, ad esempio, sui prodotti tipici?
L’idea è solo molto semplice: un racconto fotografico collettivo sul Natale per coinvolgere gli utenti. Abbiamo aggiunto, poi, un pizzico di competizione che serve ad attivare meccaniche partecipative. Il nostro intento è duplice: raccontare il Natale facendolo vivere agli utenti non siciliani che seguono il nostro portale e facendo questo promuovere il nostro territorio e le nostre tradizioni.
La distanza tra l’azienda media catanese e il social media marketing sembra però ancora molto ampia. Secondo te, da esperto di comunicazione sul web, è un buon modo per attirare potenziali clienti?
Da consulente di social media marketing dico che il Roi (return on investement) sui social media è una annosa questione su cui si dibatte a livello mondiale. A Catania la situazione è un po’ confusa: se da un lato c’è voglia di fare e alcune cose si fanno, dall’altra c’è chi ti dice che i soldi non ci sono ma poi stampa chili e chili di volantini che finiscono sui parabrezza, associando il proprio brand ad una pratica odiosa, inquinante e che fa perdere tempo ogni volta perché bisogna rimuovere il volantino e buttarlo. C’è da dire che i social non sono però la soluzione a tutti i mali, bisogna sempre valutare caso per caso. Altro problema è quello del “ci penso io a Facebook“: il risultato sono profili al posto delle pagine, e altre assurdità del genere. Non farò nomi neanche sotto tortura, ma se vi fate un giro ne scoprirete delle belle. Entrambe le problematiche non sono però specificità catanesi, è un problema molto generalizzato in Italia: certo noi non ci facciamo mancare nulla.
Se dovessi dare un parere da Instagramer invece? Quanto questo strumento può crescere per utilizzarlo in termini concreti nelle strategie commerciali delle aziende?
Lasciamo stare case history a livello internazionali, partiamo dal dire che Instagram serve a raccontare e vivere “mondi”, i nostri, e quelli degli utenti/amici che decidiamo di seguire. Se una realtà commerciale decide di stare su Instagram decide di raccontare un mondo, il suo, e questo aggiunge moltissimo valore alla propria attività. Come Instagramers a livello nazionale e locale facciamo molte attività e tanti sponsor decidono di supportarci perché diamo valore ai nostri partner che riconoscono e comprendono ciò che ricevono.
Quindi basta solo usare il mezzo portando se stessi, senza imitare i linguaggi, i “mondi” dei brand famosi?
Vale per Instagram e per tutti gli altri social network: non bisogna scimmiottare nulla, bisogna progettare bene. Darsi degli obiettivi “credibili”, studiare come raggiungerli, capire come tracciare le nostre attività. Bisogna sedersi a tavolino e provare, sperimentare. Tutte queste cose si possono fare da soli, o farsi aiutare da consulenti o agenzie che si occupano di Social media marketing. Consiglio però di stare molto attenti: adesso il social media marketing è sulla cresta dell’onda, tutti vorrebbero farlo, tutti promettono strabilianti risultati. Nulla di tutto ciò, solo maniche di camicia arrotolate e tanto lavoro.
[Foto di natsu46]