Come cambiare i trasporti a Catania e provincia? Cittàinsieme interroga Regione, Fce, Comune e Amt

Bike e car sharing, il completamento dell’anello ferroviario della Circumetnea, da Catania a Giarre, un servizio integrato bus-metro che fatica a decollare e molte incertezze. Ma forse servirebbe anche un po’ di fortuna per raggiungere gli obiettivi del piano sulla mobilità catanese illustrato ieri nella sede di CittàInsieme, l’associazione fondata da padre Salvatore Resca, in occasione dell’incontro Oltre la metro. Tre ore di confronto in cui a farla da padrone sono stati l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Marco Falcone, il direttore generale Fce Salvatore Fiore, l’assessore comunale alla mobilità Giuseppe Arcidiacono e il presidente Amt Giacomo Bellavia. La sua è la verve meno politica della serata, ma regge alle critiche mosse dal nutrito pubblico in sala. Specie sulla rimodulazione delle linee di un servizio non ancora in grado di garantire standard operativi degni per una metropoli da 750mila abitanti. Questo, tra vanti e mea culpa, è stato il tema al centro della serata.

«Abbiamo portato a 163 milioni di euro i fondi per il Tpl, avviato un servizio integrato, e daremo oltre un milione a titolo di contributo regionale per stimolare la cittadinanza ad abbandonare le auto in favore del trasporto pubblico metropolitano». Marco Falcone la questione la chiuderebbe così. Ma il tema della mobilità etnea è destinato a tenere ancora banco. Tanti i nodi da sciogliere: dalla realizzazione delle fermate metro, alla concretizzazione di un servizio efficiente di trasporto pubblico su gomma. C’è spazio pure per un simpatico diverbio in tema di mobilità ciclabile tra Anna Maria Pace di Legambiente, affiancata dalla responsabile provinciale Viola Sorbello, e l’assessore Giuseppe Arcidiacono. Ma procediamo con ordine.

Bus (Amt)
«In passato avevamo 200 mezzi a disposizione, ma su 150 autobus attualmente in dotazione, possiamo utilizzarne solo 110». Bellavia chiarisce i motivi della rimodulazione dei mezzi Amt che vedrà – quando sarà operativo il contratto di servizio, approvato dalla giunta lo scorso 30 settembre e in attesa del vaglio del Consiglio comunale – l’accorpamento di più linee per passare dalle attuali 55 alle future 40. «In modo tale – aggiunge Bellavia – da inserire più mezzi su meno linee». Insomma, per il numero uno di Amt «la sfida è razionalizzare il servizio» ma dovrà fare i conti con i problemi derivanti dai molti tratti che rimarranno scoperti. «Come il viale Mario Rapisardi», sottolinea.

Metro (Fce)
Come ha ammesso il direttore generale Fiore, i problemi più grossi vengono dalle due fermate che avrebbero dovuto già essere realizzate, ma che attualmente si trovano in fase di arresto: Fontana e Monte Po.«Probabilmente – dice il direttore generale – le completeremo a settembre del 2020». Un anno di ritardo dovuto alla procedura di concordato preventivo che ha coinvolto la Tecnis Spa. Difficoltà che incidono anche sulla linea Monte Po-Misterbianco centro, la cui gara è stata avviata nel 2018. Tra i progetti Fce c’è anche l’implementazione della linea Misterbianco Centro-Paternò – già finanziata e in attesa dell’avvio della gara nel 2020 – e della Paternò-Adrano.

Micromobilità sostenibile: car e bike sharing, piste ciclabili e monopattini elettrici
«Catania è all’ultimo posto in merito allo sviluppo dell’ecosistema urbano». Anna Maria Pace, attivista Legambiente, si rivolge all’assessore Arcidiacono e attacca. «Volete fare polemica? Io no», ribatte piccato l’assessore. Pomo della discordia fra ambientalisti e Comune, stavolta, è la realizzazione di un piano di mobilità ciclabile che preveda la realizzazione di due piste. Tra queste il collegamento tra Acireale, Acicastello e Catania, «per il quale -sostiene l’assessore – il Comune acese ha dato forfait». Sul piatto, spiega Arcidiacono, ci sono i fondi del Pon Metro e dell’Agenda territoriale che «dovrebbero ammontare complessivamente a nove milioni di euro». Altro fronte di polemica è l’attivazione del car sharing e il recupero di un progetto di bike sharing, di iniziativa di Cosimo Indaco, ex commissario straordinario dell’autorità portuale, che prevedeva almeno 60 bici elettriche in piazza Borsellino, alla Playa e al porto di Catania. Sono stati spesi 230mila euro, ma non se ne farà nulla. Le biciclette, da tempo nei depositi Amt, sono «ormai inutilizzabili», rivela Bellavia.

Per quanto riguarda il car sharing, l’amministrazione Pogliese rilancia attraverso il piano per 50 autovetture ibride in collaborazione con l’Amat, il gestore del trasporto pubblico a Palermo. Ferita ancora aperta, invece, la ritirata di Enjoydovuta a troppi furti e danni subiti dai veicoli. Altro capitolo riguarda l’implementazione in via sperimentale dei monopattini elettrici prevista dal cosiddetto decreto Toninelli. Il provvedimento si limita a fornire le linee guida per usare in via sperimentale i mezzi utili a percorrere «l’ultimo miglio». L’amministrazione catanese, però, almeno per il momento non sembrerebbe intenzionata a valutarne l’attuazione «perché – si vocifera tra i corridoi di Palazzo degli Elefanti – il decreto è molto impreciso». 


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