Da Cagliari a Giarre, si impicca davanti casa Senza lavoro, deluso dall’amico candidato

Ha scelto di morire a migliaia di chilometri di distanza da casa, impiccandosi alle grate del portoncino che si affaccia su una stradina di un paesino del Catanese. Peppe, 47 anni, originario della provincia di Cagliari, si è tolto la vita ieri mattina a Macchia di Giarre, frazione della cittadina ionica. Non sopportava più l’idea di non trovare lavoro, soprattutto adesso che la sua ultima speranza, l’amico che sarebbe potuto diventare deputato regionale e per cui si era speso in campagna elettorale, era svanita. Intorno alle 7.30 ha portato fuori un braciere, si è stretto un laccio delle scarpe intorno al collo e una corona del rosario tra le mani e si è impiccato.

Un gesto che aveva annunciato via sms mercoledì scorso a Pippo Scuto, il candidato all’Ars nelle file di Cantiere Popolare a sostegno di Nello Musumeci, che aveva attivamente sostenuto nell’ultimo mese. Dentro casa, i carabinieri accorsi dopo la segnalazione dei vicini, hanno trovato un bigliettino che adesso è sotto sequestro, in cui Peppe denunciava la sua disperazione, e alcuni farmaci antidepressivi. Era da circa un anno che l’uomo soffriva di depressione, da quando era stato licenziato dallo studio del commercialista dove lavorava. La scelta di spostarsi dalla Sardegna in un’altra isola martoriata dalla disoccupazione, è legata alle amicizie che aveva stretto su Facebook con alcune persone del Catanese. Tra queste c’è anche Alfio Giuseppe Scuto, detto Pippo, già candidato di Fiamma Tricolore alle elezioni europee del 2009 e in corsa alle recenti elezioni regionali dove ha ottenuto 252 voti.

Peppe nell’aprile scorso si reca per la prima volta a Giarre, dove rimane per un breve periodo ospite del centro religioso di accoglienza Boccone del povero. Presta servizio come volontario e in cambio riceve vitto e alloggio. L’esperienza finisce dopo qualche settimana. Torna a Cagliari, ma subito dopo l’estate, decide di tornare nella cittadina ionica. Il 27 settembre ad attenderlo all’aeroporto Fontanarossa di Catania c’è Pippo Scuto. Il candidato, in piena campagna elettorale per uno scranno all’Ars, lo accompagna nuovamente al centro religioso. «In presenza di Scuto – racconta uno dei responsabili del Boccone del povero – Peppe mi ha chiesto se era possibile rientrare più tardi la sera, perché diceva che aveva da fare». L’uomo crede nella possibilità di vittoria dell’amico candidato, cerca voti, crea su Facebook la pagina «Amici di Pippo Scuto», gestisce, con la benedizione del politico, i suoi profili sui social network. «Mi chiamava onorevole ed era innamorato di me – spiega Scuto – la sera stava spesso con mia mamma e pregavano insieme, lui era molto religioso, ma faceva tutto gratuitamente, io non l’ho mai pagato».

La delusione elettorale è cocente. «Lui pensava che lo potessi sistemare – continua il politico – ma era difficile trovargli un lavoro perché era debole». Nel frattempo Peppe viene mandato via anche dal Boccone del povero. Trascorre qualche giorno come ospite di una parrocchia. Infine, l’1 novembre, è Scuto, che possiede un’agenzia immobiliare a Riposto, a trovargli una stanza in affitto alle spalle della chiesa madre di Macchia di Giarre. «Aveva dei soldi messi da parte e poteva cominciare a pagarla», aggiunge Scuto. I carabinieri troveranno in casa circa mille euro. Manca la luce e l’acqua corrente. Qualche giorno prima di impiccarsi, Peppe va in giro per il Paese per cercare una torcia elettrica. Ma si è rotto definitivamente qualcosa nel suo già fragile equilibrio.

«Mi voglio ammazzare», scrive via sms a Scuto già mercoledì scorso. «Ma pensavo che scherzasse – spiega il candidato di Cantiere Popolare – faceva discorsi strani, mi mandava decine di messaggi e mi diceva che per lui ero come una madre, una famiglia». Stamattina Scuto, sentito dai carabinieri in caserma, si è scontrato con il fratello di Peppe, arrivato dalla Sardegna per recuperare la salma. «Mi ha detto che la colpa è mia – conclude Scuto – ma io non sono il tipo che prende in giro le persone. Ho perso un figlio in un incidente stradale pochi anni fa». Sull’asfalto, davanti al portone al quale Peppe ieri mattina si è impiccato, è rimasto un santino elettorale, è quello di Pippo Scuto.


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Ieri mattina un uomo di 47 anni originario di Cagliari si è tolto la vita nella cittadina ionica davanti al portone di casa. Disoccupato e depresso, era arrivato in Sicilia il 27 settembre e aveva aiutato il candidato all'Ars Pippo Scuto durante la campagna elettorale. «Mi chiamava onorevole ed era innamorato di me», spiega il politico. Sperava di sistemarsi con l'elezione dell'amico a cui mercoledì scorso aveva annunciato via sms la volontà di uccidersi. «Pensavo scherzasse, ma non l'ho preso in giro», si difende Scuto. Dentro casa trovato un bigliettino di addio

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