Il ritorno degli Inzerillo e il no alla commissione provinciale «Questi non reggono il carcere, se li arrestano parlano»

«Noialtri non è che possiamo dormire a sonno pieno perché nel momento che noi ci addormentiamo a sonno pieno può essere pure che non ci risvegliamo più. Picciotti, vedete che non è finito niente. Questi i morti li hanno sempre per davanti, ci sono sempre le ricorrenze, si siedono a tavola e manca questo e manca quello, queste cose non le possiamo scordare». Parlava così Nino Rotolo, storico capomafia del mandamento di Pagliarelli, riferendosi agli Scappati, gli Inzerillo fuggiti negli Stati Uniti per avere salva la pelle dopo i tanti omicidi all’interno della famiglia ordinati da Totò Riina nella seconda guerra di mafia. E in effetti il ritorno dai lidi d’oltreoceano c’è stato, iniziato nei primi anni Duemila. I tempi però cambiano e con questi anche la sete di vendetta sembra affievolirsi. Dalle indagini che hanno portato al fermo di 18 persone, stamattina, nell’ambito dell’operazione New Connection, si delinea un profilo del tutto nuovo: quello di Tommaso Inzerillo, che pare riprendersi, secondo gli investigatori, il mandamento di famiglia, quello di Passo di Rigano, grazie soprattutto alla sua capacità di mediazione.

«La morte di Totò Riina – spiega il procuratore aggiunto Salvatore De Luca – in realtà è l’ultimo piccolo tassello di una situazione che era già abbastanza consolidata. Masino Inzerillo riprende le redini del mandamento di Passo di Rigano già all’indomani della sua scarcerazione, nel 2013. Le ultime propaggini dell’editto di Nino Rotolo che impediva a Francesco Inzerillo, ‘u Truttaturi, di muoversi liberamente al di fuori del mandamento, si erano già in gran parte sfilacciate. Dalle attività di indagine emergevano contatti significativi con uomini d’onore anche di rilievo di altri mandamenti, anche se Masino Inzerillo aveva tutta l’intenzione di sistemare anche a livello formale la posizione del cugino». E Masino sarebbe stato anche tra gli invitati alla riunione con cui avrebbe preso vita la nuova commissione provinciale sotto la guida, pare, di Settimo Mineo. Un invito, secondo quanto emerge dalle indagini, accolto, ma non del tutto. 

A quella riunione, infatti, gli Inzerillo avrebbero lasciato andare Giovanni Buscemi, che sarebbe dunque stato investito del ruolo di capomandamento di Passo di Rigano. Buscemi che sarebbe stato però indottrinato a dovere sulle dinamiche del ritorno «all’antica». «Per qualche dieci giorni – dice Masino Inzerillo intercettato mentre parla con Alessandro Mannino, un altro degli arrestati, ritenuto uomo d’onore della famiglia di Boccadifalco – gli ho fatto un poco di scuola». Alla base della riluttanza degli Inzerillo a partecipare alla riunione e ad avere un ruolo in seno alla commissione, ci sarebbe la preoccupazione relativa ad alcuni dei membri più giovani. «Era stato proposto a Masino Inzerillo di fare parte della commissione e di essere dunque capo mandamento – spiega ancora De Luca – ma rifiuta perché, commenterà poi con Spatola, temeva che in caso di arresto ci sarebbero stati collaboratori, ma dubita non tanto di Bisconti (capo della famiglia di Misilmeri che si è poi pentito in carcere ndr), quanto di Leandro “Michele” Greco, giudicato troppo giovane». «Gli Inzerillo preferiscono tenersi fuori – dice il procuratore capo Francesco Lo Voi – essendo sospettosi circa la reale tenuta dei soggetti chiamati a ricostruire la nuova commissione, tanto da dire “questi non reggono il carcere, se qualcuno li arresta parlano“», per citare l’intercettazione: «Seee, uno che non ci è passato mai, appena uno discuti di dieci, quindici anni là dentro (il carcere in regime di 41 bis ndr), lo sai che significa? Non è che è di tutti sopportarli, vedi che non è di tutti Giusè!».  

A testimonianza della nuova via diplomatica intrapresa da Masino Inzerillo c’è anche un rapporto del tutto rinnovato con i Sansone, storici capifamiglia dell’Uditore, frazione che ricade sì nel mandamento di Passo di Rigano, ma che si è sempre distinta per la fedeltà a Totò Riina, specie nel periodo della sua latitanza. La definitiva consacrazione arriva con la morte dello stesso Riina. «Dopo la morte di Riina – spiega il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti – abbiamo visto un crescendo di incontri fino a quando è stato intercettata e definita la nuova riorganizzazione che stava prendendo piede con una cupola che potesse governare la Cosa nostra palermitana». Dopo gli arresti di dicembre, nell’ambito dell’operazione Cupola 2.0, in cui è finito in manette anche Settimo Mineo, Masino commentava nella propria abitazione: «Se ascoltavano me non sarebbero a questo punto, gli dicevo di lasciateli stare tutti ma siete locchi, lasciateli… ora a momenti, lo lasciate». E ancora, sul suo mai celato timore di pentimenti all’interno della commissione: «Dobbiamo vedere se non… non si fanno gli altri sbirri, perché ti sembra che è finita! Ti sembra che sia finita! Ti sembra che è finita! Puttana della miseria… gli darei un sacco di timpulate».


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]