Il gioco degli scacchi, in bilico tra genio e follia
Scacco matto!
Gli scacchi sono un gioco in grado di divertire generazioni, sempre presente nelle case di tutto il mondo. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e nessuno può dire con assoluta certezza dove e quando furono inventati. Al proposito esistono varie teorie ma l’ipotesi più accreditata pone il luogo d’origine in India.
Nel XVIII secolo, i regnanti di tutto il mondo, si dilettavano nell’assistere interminabili partite di questo nobil giuoco. Pedoni, alfieri , torri, re e regine, ma viventi, disposti su di una enorme scacchiera, la posta in palio era la vita. Le “pedine” sconfitte venivano uccise.
Nulla di tutto ciò riguarda gli scacchi moderni (o quasi). La moderna storia degli scacchi può fissare un suo principio nel pomeriggio dell 11 gennaio 1886, quando Wilhelm Steinitz e Johannes Hermann Zuckertort disputarono a New York la prima partita dellincontro che avrebbe incoronato il primo campione del mondo di scacchi.
Giudicato da molti come un semplice passatempo in sessantaquattro caselle, è da molti altri invece considerato “il gioco perfetto”, fatto di strategie calcolate, ingegno, tecnica. E di un briciolo di pazzia. Che in più di una occasione ha portato lo scacchista alla follia, e in qualche caso addirittura alla morte. Infatti in un torneo valido per il campionato del mondo,dopo la seconda guerra mondiale, uno scacchista russo sconfitto , sviene sulla scacchiera e muore. Un colpo durissimo per gli appassionati di scacchi, che non videro più il gioco come tale, ma come un pericolo per chi lo praticava.
Nel periodo della guerra fredda, si svolse un incontro tra due rappresentanti dei due regimi, l’americano Fisher e il russo Spassky, che avrebbe assegnato al vincitore la corona di campione del mondo. Questa non era soltanto una partita a scacchi, ma uno scontro tra superpotenze. L’americano voleva ritirarsi, poiché pressato da una sconfitta, che non sarebbe stata perdonata in patria. Fu il presidente degli Stati uniti, dopo una telefonata a Fischer, a convincerlo a continuare. Lo scacchista americano vinse. Ma il prezzo di quella vittoria fu che Fisher divenne pazzo: la partita era stata così intensa e lunga che il campione ne uscì fortemente sconvolto.
DOMENICO ARCIFA