L'ex rettore Giacomo Pignataro si spertica di lodi per Calogero Guccio, 53 anni. Un «grande, un ragazzo lavoratore». Contro la cui vittoria un altro docente presenta richiesta di accesso agli atti. È di questo che si discute tra giugno e dicembre 2017 a Economia
Endorsement al prof «con un mare di pubblicazioni» Scandalo UniCt e il concorso a Scienze delle finanze
«Quello negli ultimi tempi ha fatto un mare di pubblicazioni, tutte di elevatissimo valore». A giugno 2017 Michela Cavallaro, ex direttrice del dipartimento di Economia adesso sospesa, può permettersi di bandire alcuni concorsi. Così, facendo i conti della serva sui nomi a disposizione dell’ateneo di Catania per determinati settori disciplinari, spunta un posto in Scienze delle finanze. Calogero Guccio, 53 anni, adesso professore ordinario e pure lui indagato, è il «quello» di cui parla. Quello del «mare di pubblicazioni, tutte di elevatissimo valore». Negli atti dell’inchiesta Università bandita della procura etnea non ci sono solo storie di parenti diretti, ma ci sono anche i profili di chi ha passato anni ad aspirare a un concorso che, di solito, si fa attendere come una chimera. E i cui meccanismi di selezione fanno storcere il naso a molti. «Fino a quando ci sono questi criteri ci saranno alcune aree che verranno più o meno avvantaggiate rispetto ad altre», ammette Cavallaro.
Il tema è l’ordine con il quale assegnare alcune cattedre da ordinario che potrebbero essere a disposizione del dipartimento di Economia, sulla base delle necessità. Alcune da bandire con procedure da articolo 18 (e quindi aperte alla partecipazione di qualunque soggetto dotato dell’abilitazione nazionale richiesta), altre con articolo 24 (destinate, invece, solo a chi è già interno all’ateneo). Il concorso per Scienze delle finanze sarà del primo tipo. Il 7 giugno 2017 a deciderlo è il consiglio di dipartimento, scelta a cui Guccio risponde inviando un sms a Giacomo Pignataro, non più rettore dell’università catanese ma da sempre influente professore proprio a Economia. «Grazie per il discreto supporto», scrive il 53enne a Pignataro. Il quale risponde: «Un piacere e un dovere».
La stortura, secondo gli investigatori, avviene di lì a poco. Quando il futuro vincitore della selezione pubblica, dopo avere già discusso dell’argomento con la componente interna della commissione – non ancora designata – Ilde Rizzo (indagata), parla con l’ex rettore Pignataro. L’argomento della conversazione è il numero di pubblicazioni che dovranno essere inserite tra i requisiti per la partecipazione all’imminente bando di concorso non ancora emesso. E in particolare quelle, tra queste, realizzare con la componente interna della commissione. Il professore Calogero Guccio, infatti, ha pubblicato molti articoli scientifici con la commissaria Rizzo. «La metà… È la persona con cui ho lavorato di più», dice. Troppi secondo Pignataro, per cui questa quota non dovrebbe superare un terzo del totale. Così la soluzione sarebbe stata trovata nell’aumentare il numero totale di pubblicazioni da inserire, in modo da diluire quelle scritte con la commissaria interna. «Nel senso: invece di 12, che è il minimo, io ho pensato 15 o 18, così si diluirebbe il vincolo». Pur aggiungendo, dopo: «Io posso mettere comunque riviste buone, pur non essendo di fascia A».
«Mettiamoci 18, va bene», approva Pignataro. «Va bene – concorda Guccio – adesso chiamo Ilde e glielo dico». Diciotto è, in effetti, il numero che la procura sostiene essere stato inserito nel bando. La faccenda si complica, però, quando un altro docente del dipartimento, Maurizio Caserta (non indagato), sembra volersi mettere di traverso. «Probabilmente lui sostiene Marco Romano (non indagato neanche lui, ndr)», ipotizza Pignataro parlando con l’allora rettore Francesco Basile. Il presunto interesse di Caserta verso l’altro giovane docente resta solo nelle conversazioni degli indagati e non trova alcuna conferma nelle intercettazioni successive. Romano, secondo pretendente, è un personaggio conosciuto sia all’università che fuori: molto vicino all’ex governatore Raffaele Lombardo (che delle vicende collateralmente legate all’ateneo un poco si interessa), è stato dirigente generale della Regione Siciliana all’assessorato alle Attività produttive. «È arrivato ultimo… Ma certo, l’H Index (cioè con il criterio matematico per valutare l’impatto scientifico di un autore, ndr) il primo ce l’ha 8 e lui ce l’ha due – sostiene Pignataro – Quindi è chiaro che va in fondo». Ma per non lasciare l’altro fuori, rilancia: «D’altra parte questa non è l’ultima chiamata che faremo, no?».
L’elogio di Pignataro nei confronti del professore Guccio continua, nei toni del rispetto professionale più che dell’affetto familistico visto in altre circostanze. «È un ragazzo che ha lavorato sempre, il posto di ricercatore se lo è andato a vincere fuori, poi è tornato qui. Il posto di associato se lo è andato a vincere a Enna, ancora con le vecchie idoneità. Si è abilitato ora, con me in commissione». Quello lì è, insomma, un docente in gamba, per l’ex rettore. Il cui nome appare nel curriculum dell’allievo decine di volte. «Io te lo volevo rappresentare – conclude Pignataro con Basile – Mi dispiacerebbe che si venga a parlare a te di un collega che invece è grande, un ragazzo lavoratore». Finito il concorso, Marco Romano in effetti si classifica ultimo e Calogero Guccio primo. Ma lo sconfitto, ad agosto 2017, fa richiesta di accesso agli atti. A discuterne con il rettore Basile è l’ormai ex direttrice di dipartimento Michela Cavallaro. In quella stanza di Palazzo centrale, la cimice installata nella piantana registra l’invito di Basile a rassicurare Romano: «Lui non arriva ora, arriva nel 2018». Al turno successivo.