Sarebbero originari del Senegal, Costa d'Avorio, Kenya e Somalia e sono stati recuperati, praticamente sotto costa a Lampedusa, dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Intanto la nave della Ong resta bloccata in acque internazionali
Migranti, 45 persone fatte sbarcare a Lampedusa Ma la Sea Watch resta ancora al largo dell’Isola
Un gruppo di 45 migranti, fra cui due bambini e una donna incinta, sono stati recuperati, praticamente sotto costa a Lampedusa (Ag), dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. I migranti sono stati portati all’hotspot. Sarebbero originari del Senegal, Costa d’Avorio, Kenya e Somalia. Intanto al largo di Lampedusa, in acque internazionali, continua a stazionare la nave Sea Watch con 43 naufraghi, alla quale è stata negata l’autorizzazione all’ingresso.
Proprio in segno di protesta per il divieto d’accesso alla Sea Watch, la nave della Ong bloccata da una settimana in acque internazionali con a bordo 43 naufraghi, tra cui 6 donne e 4 minori non accompagnati di cui uno di 12 anni, è il Forum Lampedusa solidale. «Da questa sera – dicono – dormiremo sul sagrato della Parrocchia San Gerlando a Lampedusa, fino a quando i naufraghi e l’equipaggio a bordo della Sea-Watch non verranno fatti scendere a terra, in un porto sicuro, come è giusto che sia».
«A Lampedusa, decine e decine di volte in questi anni – affermano i promotori dell’iniziativa – le persone migranti hanno scelto la parrocchia di San Gerlando come luogo in cui riunirsi e incontrare chiunque fosse disponibile a conoscerli, parlare con loro e ascoltarli. Uomini, donne e bambini salvati in mare hanno, in quella piazza, raccontato sogni, aspirazioni e desideri, hanno pregato, cantato, digiunato e difeso in maniera pacifica i propri diritti, riaffermando la loro dignità».
«A 15 miglia da Lampedusa, i passeggeri della SeaWatch3 non hanno quella stessa opportunità – sottolinea il Forum -, guardano le luci dell’isola e aspettano di conoscere il proprio destino. L’Europa e l’Italia continuano a negare loro il permesso di toccare terra. Così 43 persone vengono lasciate in balia delle onde e di disumane indecisioni politiche. Possiamo solo provare ad immaginare la frustrazione, le paure e le sofferenze fisiche e psicologiche alle quali le persone a bordo, naufraghi ed equipaggio, sono da giorni soggette».