Punto di riferimento per i bibliofili catanesi a caccia di libri dimenticati, la storica libreria antiquaria di via Vittorio Emanuele non è rimasta immune alla crisi economica ed ha rischiato - e rischia ancora - la chiusura. Aperta ininterrottamente dal 1894, per vincere le difficoltà continua a rinnovarsi da cinque gestioni, con idee più attraenti per le nuove generazioni e diversificando l'offerta editoriale, grazie anche all'aiuto di giovani collaboratori. Per «conservare un bene comune e un patrimonio per Catania»
Prampolini, un secolo di libri da salvare «Per sopravvivere servono idee giovani»
Nel cuore di Catania, tra piazza Duomo e il Monastero dei Benedettini, c’è un luogo in cui antico e moderno si fondono tra le pagine di carta stampata, dove si respira cultura da oltre un secolo e dove i libri dimenticati continuano a vivere. E’ la libreria antiquaria Romeo Prampolini, punto di riferimento per tutti i bibliofili catanesi a caccia di storie perdute. Tra gli scaffali della storica sede di via Vittorio Emanuele, infatti, si trovano migliaia di titoli tra reminders, volumi di pregio, testi rari, ma anche ogni genere di nuova pubblicazione. Un piccolo tesoro culturale per i catanesi, che però, a causa della crisi economica e del cambiamento di abitudini del lettore di oggi, ha rischiato – e rischia ancora – la chiusura. E che adesso, per sopravvivere, con il contributo di collaboratori giovani e una nuova offerta di beni e servizi rivolti soprattutto alle nuove generazioni, cambia volto e si prepara ad intraprendere una nuova fase di rilancio. «La libreria è aperta ininterrottamente dal 1894 – afferma Luigi Calabrese, socio della libreria Prampolini e presidente dell’omonima associazione culturale – Non vorremmo essere noi ad assistere passivamente per quella che consideriamo una catastrofe. Una libreria che chiude è una disgrazia, in particolare questa, che è la più antica di tutta la Sicilia».
Tante nuove idee in cantiere, rilancio delle attività più importanti del passato e il prezioso aiuto di due nuovi giovani collaboratori. Queste le prospettive di rinnovamento «per contribuire a conservare un bene comune e un patrimonio per Catania», afferma Calabrese. Fondata alla fine dell’800 dalla signora Prampolini, trasferita sotto il Vulcano da Modena con il marito, la storica bottega non ha mai cambiato sede ed ha superato tra alti e bassi ben cinque gestioni e quasi centovent’anni di storia della città. Verso al fine degli anni Venti la direzione della libreria passa nelle mani del figlio Romeo, che istituisce anche una casa editrice e trasforma la sua bottega in piccolo polo culturale dal respiro internazionale, frequentato dagli intellettuali etnei di spicco, con clienti in mezza Europa, pubblicazioni in lingua straniera e opere siciliane di pregio coma la Storia degli arabi in Sicilia di Michele Amari e la raccolta di poesie di Micio Tempio, tutte a marchio Edizioni Prampolini. Alla sua morte, nel 1974, la gestione passa alla moglie, che la manterrà fino al 1994. Dopo la sua scomparsa, la libreria viene rilevata da Angelo Boemi, che fu giovane collaboratore di Romeo Prampolini, finché nel 2004 non venne acquisita dall’attuale gestore, la società Leggere srl, composta da sei soci tra docenti, professionisti del settore e appassionati di libri e letteratura. «Di mestiere faccio il veterinario – racconta Luigi Calabrese – e quando ho visto il si vende attaccato alla vetrina per me la libreria era una creatura da salvare. Un luogo simbolo della cultura catanese e siciliana, una bottega storica. E un’opportunità da offrire alla città, in cui recuperare spazi e atmosfere a contatto con il mezzo più nobile di diffusione della parola».
Con la nuova gestione, la libreria si è trasformata in un vero e proprio laboratorio culturale. Non solo vendita di libri, ma tutta una serie di attività collaterali incentrate sulla «diffusione del libro e dei valori del libro in tutte le sue forme, anche fuori dalla bottega di via Vittorio Emanuele», spiega Calabrese. Oltre all’aspetto commerciale, precisa il presidente, «l’associazione culturale si occupa di divulgazione a studenti delle scuole con corsi sul restauro del libro antico, e ha stipulato una convenzione con l’università di Catania, grazie alla quale fa ricerca e organizza incontri, seminari e tutoraggio per laureandi». E poi presentazioni di libri, incontri con gli autori, circoli di lettura e proiezioni cinematografiche per i soci e per i cittadini. Tutte attività legate ad una cultura della carta stampata che sta scomparendo», precisa Calabrese, ma che si interessa alle nuove tecnolgie, come l’apertura verso la diffusione degli ebook. «Parlare di libri elettronici – sottolinea – non entra in contrasto con la vocazione della libreria, anzi questo gioco di contrasti può rendere dinamico il clima culturale che si respira». O come l’interazione su Facebook, nata con l’intenzione di «avvicinare i giovanissimi a titoli antichi in un ambiente a loro familiare».
Ma dalla crisi nessuno esce indenne e la libreria ha cominciato a soffrire le difficoltà economiche che hanno colpito tutti i settori, ma ancor di più quello dell’editoria. «Si legge meno, si comprano meno libri e si comprano ancor meno libri antichi – lamenta Calabrese. Il nostro è un settore di nicchia, il libro antico è considerato superfluo, come un genere di lusso», sottolinea. Per salvarsi la libreria ha bisogno di rinnovamento e di «un’offerta intelligente e di qualità, rivolta alle nuove generazioni, con generi specifici, di cui altri non si occupano, come la letteratura in lingua straniera o, ad esempio, approfondimenti su musica, cinema, arte e fotografia».
Ma sopratutto ha bisogno di giovani. Ad aiutare Daniele Romeo, 37 anni, dipendente tuttofare della libreria dal 2004, oggi ci sono due nuovi collaboratori – la storica dell’arte Matilde Russo e l’archeologo Oreste Lo Basso – e tante nuove idee che hanno portato una ventata di novità tra gli scaffali della bottega storica, contribuendo, in questo periodo di transizione, a diversificare l’offerta culturale, le scelte di linea editoriale da proporre ai clienti e a dare vita a servizi più attraenti per i ragazzi catanesi. «Da giugno scorso, se si vuole, è possibile festeggiare la laurea all’interno dei locali della libreria – spiega Daniele – e dal prossimo autunno Prampolini si trasformerà in un cafè, dove la gente potrà venire a sfogliare un libro sorseggiando una tazza di tè o di caffè, oppure mangiando qualcosa». «In futuro vorremmo anche organizzare eventi serali – anticipa Daniele – per coinvolgere la gente anche nei momenti di svago e di relax, e diventare un luogo di ritrovo dove passare delle ore piacevoli in compagnia dei libri».
Ma le novità in cantiere non finiscono qui. In autunno, dopo la chiusura estiva, la libreria Prampolini diventerà anche un Fai point. «Il Fondo ambientale italiano – spiega Calabrese – ha deciso di eleggere questo luogo un punto di appoggio in cui soci e simpatizzanti in visita a Catania possono approdare per raccogliere materiale illustrativo e informazioni. Se tutto va bene, in autunno partiremo, con tanto di insegna. Credo che questa cosa – continua il presidente – ci possa dare un certo respiro e restituire quell’immagine che crediamo di meritare». Tante attività, con un unico scopo: salvare questo piccolo gioiello della cultura catanese. «Non possiamo correre il rischio di vedere decadere questa realtà, che se ben sfruttata, ha ancora delle grosse possibilità da offrire».
[Foto di Libreria Prampolini su Facebook]