Concluso un lungo commissariamento e un processo, si sfidano Marcello Sacco e Alessandro Sicurella. Quest'ultimo nel 2017 si sarebbe rivolto al boss Luca Marino per recuperare dei soldi. «Non conosco questa storia, sono una vittima», si difende
Circolo Sant’Agata, un’elezione che mancava da 12 anni Dopo le ombre di mafia, aspiranti presidenti dal passato
È uno dei capisaldi della festa religiosa di Sant’Agata. Ma per anni al suo interno si sono annidati boss mafiosi e pregiudicati, uniti nel cercare di aumentare il proprio prestigio. Dopo dieci anni di commissariamento il circolo cittadino di Sant’Agata, il più antico di Catania, torna al voto per eleggere il suo presidente e sei consiglieri. Da mettere in archivio ci sono non solo le presenze ingombranti ma anche un processo che, nonostante si sia concluso con una sequenza di assoluzioni, lascia alcune evidenze incontestabili. Dodici anni dopo l’ultima chiamata alle urne, in prima linea tornano tanti volti del passato, alcuni dei quali con frequentazioni discutibili.
A sfidarsi sono due candidati. Da un lato c’è Marcello Sacco, già presidente del circolo dal 1986 al 1995, e dall’altro Alessandro Sicurella. Noto imprenditore dei cosmetici con dei trascorsi da vice presidente durante il primo mandato di Pietro Diolosà, alla fine degli anni ’90. Quest’ultimo, imputato nel processo Sant’Agata per concorso esterno in associazione mafiosa ma poi assolto, negli ultimi periodi è tornato in pista. Per la procura etnea, è proprio tramite l’ex presidente che i Santapaola e gli Ercolano si sono fatti largo nei momenti salienti dei festeggiamenti. Fino al 2005 a possedere la tessera numero uno del circolo stato Nino Santapaola, seguito da un altro parente, Enzo Mangion, titolare della tessera numero due. Un legame particolare quello di Diolosà con la famiglia Mangion: nel 2006, quando muore il capomafia Pippo, un’intercettazione tratteggia l’organizzazione del funerale e l’ex presidente riesce a fissare le esequie per il 4 febbraio, data del cosiddetto giro esterno dei festeggiamenti della patrona di Catania.
Il presente svela l’appoggio di Diolosà alla candidatura del suo ex vice Sicurella. Sul punto, l’aspirante presidente ha le idee chiare: «Diolosà non è il mostro che è stato raccontato – spiega al telefono -. Ha fatto solo l’errore di pensare di reinserire qualche pecorella smarrita all’interno del circolo». Come MeridioNews è in grado di anticipare, emergono però altri aspetti poco chiari. Come la ricostruzione del rapporto che ci sarebbe stato tra Sicurella e la famiglia Marino, ritenuta dagli investigatori al vertice della famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano nel quartiere San Giovanni Galermo. Un presunto legame messo nero su bianco dalla procura di Catania e dal Reparto operativo speciale dei carabinieri nei documenti dell’inchiesta antimafia Chaos.
È l’inizio del 2017 quando Luca Marino, già fermato nel 2001 per omicidio, si sarebbe attivato «per recuperare 700 euro» nei confronti di un negozio Tutto mille. «Via della Concordia numero 100, Tutto mille ci deve 700 euro a Sicurella da un anno. Lo conosci?», chiedeva a un complice tramite sms. I carabinieri identificano il creditore nell’attuale candidato alla presidenza del circolo Sant’Agata per via di una serie di intercettazioni tra quest’ultimo e Roberto Marino, padre del boss di San Giovanni Galermo. Pregiudicato per rapina e porto abusivo di armi, anche lui coinvolto nel blitz Chaos con l’accusa di associazione mafiosa. Con lui Sicurella concordava al telefono, come emerge dalle registrazioni, alcuni appuntamenti di presenza. Oggi, l’imprenditore – non indagato – prova a chiarire. «Non conosco questa storia e nemmeno Luca Marino – dice – Io odio la mafia e nella mia vita ho subito un sacco di rapine e furti. Sono una vittima».
Ma perché ha deciso di candidarsi? «Voglio un circolo che viva di luce propria. Il commissariamento ha creato soltanto divisioni», spiega. Tra i mal di pancia più noti c’è quello che in passato ha avuto come protagonista Salvatore Provenzano. Presidente dal 1996 al 1998 e oggi sostenitore della candidatura di Sicurella. Inizialmente Provenzano aveva lanciato una propria candidatura attraverso un post su Facebook, salvo poi ritirarla per mancanza di requisiti. Tra gli aneddoti anche quello di avere creato una sorta di associazione, non riconosciuta dalla chiesa, dal nome Amo Agata. Ponendosi in netto contrasto con la gestione commissariale.
Con le urne aperte il 19 maggio ognuno dei circa 250 iscritti avrà la possibilità di votare un presidente e tre candidati consiglieri. In corsa con Sicurella, come consiglieri, ci sono il consigliere della quinta municipalità Gaspare Drago, Gabriele Marletta, Giovanni Scalia e Salvatore Facinoroso. Con Sacco, invece, Ugo Andriolo, Gaetano Valenti, Achille Tedaldi – figlio dell’ex maestro del fercolo Giuseppe – Antonio Intravia, Benedetto Principato e Nunzio Scammacca.