Catenanuova, resta in carcere l’omicida di Loredana Calì Per Marraro rischio recidiva, inquinamento prove e fuga

Filippo Marraro rimarrà in carcere. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Enna, Giuseppe Tigano che ha accolto la richiesta di misura cautelare nei confronti del 50enne di Catenanuova. L’uomo ha ammesso di avere ucciso l’ex compagna Loredana Calì, assassinata per avere deciso di interrompere la relazione, durata 18 anni e da cui i due avevano avuto due figli. Ad ammettere la responsabilità è stato lo stesso Marraro che, poco dopo il delitto, ha prima dato la notizia ai familiari e a un amico, e successivamente si è presentato in caserma.

Il magistrato titolare dell’inchiesta ha basato la richiesta di detenzione sul fatto che ci sarebbe sia il rischio di recidiva, che di inquinamento di prove e fuga. Tesi a cui si era opposta l’avvocata Maria Fallica, legale di Marraro, secondo la quale tali rischi non ci sarebbero stati in quanto il 50enne avrebbe avuto nella ex compagna l’unica ossessione. Durante l’interrogatorio di oggi, l’uomo ha confermato le dichiarazioni rese subito dopo il delitto, spiegandone tutta la dinamica. Marraro avrebbe confermato di avere sparato due volte, per essere sicuro che Loredana fosse morta. «Stavo male – ha detto durante l’interrogatorio – ero angosciato e in ansia. Ero stanco di sentirmi osservato e di essere trattato come un cornuto».

Nei giorni scorsi Marraro, ascoltato dai carabinieri, ha detto di avere agito in piena lucidità. Tuttavia, pare che l’uomo nell’ultimo periodo fosse seguito da uno psichiatra dell’Azienda sanitaria provinciale e sottoposto a cura farmacologica. Intanto, oggi nel giorno in cui Loredana Calì avrebbe compiuto 40 anni è stata effettuata l’autopsia sul suo cadevere all’obitorio di Piazza Armerina. Stando a quanto emerso, la donna avrebbe provato a difendersi con tutte le sue forze. Uccisa da due colpi di arma da fuoco sparati da un revolver con la matricola abrasa. Uno al collo, che potrebbe essere stato quello fatale, e uno al petto, sparato presumibilmente mentre la donna era in ginocchio o a terra e implorava l’ex marito di lasciarla andare. 

È probabile che Marraro abbia spinto a terra l’ex moglie prima di spararle il secondo colpo forse afferrandola per i capelli, come aveva fatto pochi minuti prima, ripreso da una telecamera privata, per costringerla sotto la minaccia della pistola a salire in macchina. L’uomo dopo avere sparato alla ex moglie, con ancora tre colpi in canna, è andato a casa di una delle sorelle di Loredana, contro la quale nutriva un profondo rancore, con il probabile intento di uccidere anche lei, colpevole di essere intervenuta tante volte nei litigi della coppia. Per fortuna la donna non si trovava in casa. È questa sorella che ha chiamato, e non la madre, per dirle che aveva commesso il delitto. 


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