Tante le anomalie riscontrate nel documento adottato a ottobre e le irregolarità emerse durante l’ultimo trasferimento di alcuni cani. Inascoltate le proteste degli animalisti, che adesso fanno il pugno duro. Mentre Fiorino promette: «Lavorerò per superare l’impasse»
Canile, le associazioni chiudono il dialogo col Comune «Sospendere bando e trasferimenti o noi non ci stiamo»
Chiuso il dialogo, finita la disponibilità. Sembra terminato il tempo dei tavoli tecnici e degli accordi, almeno a sentire le associazioni animaliste di Palermo. Che hanno deciso di farsi da parte, dopo le ultime vicende che hanno riguardato il canile municipale. Vale a dire il trasferimento di cinque cani dal canile palermitano a quello di Caserta, malgrado i giorni di protesta di volontari e animalisti, che avevano anche fatto emergere non poche anomalie e irregolarità rispetto ai mezzi poi di fatto impiegati per il trasporto di questi animali. Ma alla fine, malgrado anche l’intervento dei Nas, il parere positivo dell’Asp aveva sbloccato la situazione e dato il via libera al trasferimento, avvenuto in sordina, con i furgoni «usciti da un’uscita secondaria», come appurato dalla delegata di Oipa Veronica Anastasio, tra quelli che più di tutti si è mobilitata per scongiurare questo finale. Ma a preoccupare, oltre alle condizioni del mezzo, sono da tempo anche altri aspetti legati direttamente al bando firmato a ottobre scorso, in cui il Comune scrive nero su bianco che una delle misure per contrastare il sovrannumero di cani nella struttura palermitana sarebbe stato appunto quello del loro spostamento nel canile di Caserta. Scelta risultata sin da subito incomprensibile per le associazioni animaliste, che hanno sempre sottolineato come anche la Campania soffra del problema randagismo in egual misura rispetto a Palermo.
Per non parlare dell’accordo sottoscritto con la Lav, che in più di un’occasione ha chiesto esplicitamente di ritirare il bando in questione, per mettere in campo alternative differenti per affrontare il problema. Circostanza che ad oggi, malgrado le «circa 200 adozioni portate a termine (nel complesso, tra Lav e le altre associazioni impegnate), che testimoniano l’impegno assunto», non sembra essere stata tenuta troppo in considerazione dall’amministrazione stessa. «Da anni le associazioni animaliste assicurano il benessere degli animali ospitati all’interno della struttura municipale di Palermo, consentendo centinaia di adozioni a costo zero per la pubblica amministrazione – spiega infatti Ilenia Rimi di Uada Palermo -. Da ottobre si è cercato, attraverso l’istituzione di tavoli tecnici, di proporre alternative valide al trasferimento dei cani a Caserta in virtù di un bando che prevede una diaria di € 3,50 al giorno aggiudicato con la logica del massimo ribasso e come se non bastasse il 50 per cento dei cani non adottati , tra sei mesi, torneranno a mo’ di pacchi postali al mittente, ovvero al Comune di Palermo. Le vicende sono ormai note, quindi anche le motivazioni che ci portano ad essere contrari al bando e all’esecuzione del relativo contratto».
Contrarietà che adesso si è deciso di manifestare andando oltre le parole. «Oltre alla Lav, che sospende il progetto che ci avrebbe portato alla formazione dei volontari e all’attuazione di tutta una serie di politiche idonee al contrasto del randagismo, le associazioni Uada Palermo, Lida Palermo, Felici nella Coda, Oipa Palermo, Lo Scodinzolo Palermo, Enpa Palermo chiudono il dialogo con la pubblica amministrazione e non si ritengono più disponibili alla partecipazione di alcun tavolo tecnico se non a condizione che il bando di gara CIG 715595835A venga sospeso, con il conseguente annullamento del relativo contratto firmato dall’avvocato Francesco Fiorino dell’ottobre 2018 affinché più alcun cane venga trasferito a Caserta». Una mossa concreta che adesso, qualora si decida di procedere sulla strada intrapresa cinque mesi fa e da subito contestata, vedrà le istituzioni muoversi da sole. Senza il supporto di tutti quei volontari che conoscono meglio di chiunque altro la situazione palermitana in fatto di canile, randagismo e sovrannumero.
«L’associazione Uada Palermo, inoltre, resasi disponibile, al fine di coadiuvare l’amministrazione comunale, in un periodo di transito che avrebbe consentito il ripristino della convenzione con la clinica privata, non si ritiene più disponibile al pagamento delle radiografie dei cani e gatti incidentati accalappiati dal canile di Palermo – continua la nota a firma di Ilenia Rimi -. Si comunica altresì, che ogni disservizio derivante dalla mancata cura e ricovero, laddove ce ne fosse bisogno degli animali ospiti della struttura municipale, verrà denunciata come la legge prescrive. Si rimane disponibili all’apertura del dialogo solo ed esclusivamente alle condizioni sopradescritte». Una presa di posizione forte, insomma, che però proprio lo stesso avvocato Fiorino, ad oggi, sembra ancora ignorare. Sconosce infatti i contenuti della nota con cui le associazioni annunciano il loro passo indietro, ma intanto non nasconde il suo dispiacere e promette: «Lavorerò per superare l’impasse», rivelando quindi tutta l’intenzione di ritrovare, o almeno provarci, l’intesa con associazioni animaliste e volontari.
Dalla loro parte, intanto, ci sono altri esponenti politici, da Fabrizio Ferrandelli, che ha manifestato a fianco di militanti, guardie e semplici cittadini, ad Antonino Randazzo, che annuncia anche lui a breve mosse concrete: «Come Movimento 5 Stelle stiamo definendo l’esposto da presentare in procura – anticipa infatti-. A noi il bando non convince. Abbiamo chiesto all’assessore Pampiano di bloccare questi trasferimenti e di attendere una verificare, di incontrarci, magari anche di farle insieme e capire come trovare nuove soluzioni. Stiamo anche spingendo per avviare un tavolo tecnico di confronto presso la Commissione randagismo dell’Ars per affrontare proprio la questione Palermo».