Pantanate, la stand-up comedy sbarca al Biondo «Pure Palermo sa essere al passo con la comicità»

«Penso di essere una delle ultime decisioni di Alajmo. Non so se va preso come un segnale tipo adesso hai toccato il limite. Potrei essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Non poteva che scegliere una battuta per commentare il suo esordio al teatro Biondo: Emanuele Pantano, alfiere della stand-up comedy a Palermo, avrà una serata tutta per sè giorno 28 marzo alla Sala Strehler. Il suo spettacolo, dal titolo Pantanate, promette quelle feroci risate che solo la stand-up comedy (letteralmente spettacolo in piedi) sa regalare. Neppure l’allontanamento forzato dell’ormai ex direttore ha fatto saltare la data, nonostante i timori fondati (vista anche la crisi economica che il teatro Biondo sta affrontando). «In realtà gli avevo mandato un video su Facebook qualche tempo fa – commenta il comico – con una mia performance. Lui mi aveva spiegato che la stand-up comedy era un genere che non si era mai fatta al Biondo, ma che avrebbe potuto essere un’occasione per cominciare. Invece il teatro mi ha scritto e abbiamo concluso tutto. Per me è motivo d’orgoglio che anche Palermo, nel suo piccolo, riesce ad essere al passo con la comicità nazionale. Non era così scontato che i primi a entrare fossero proprio gli stand-up comedian. Per dire: in termini di popolarità e numeri, ad esempio, avrebbero potuto scegliere uno come Pintus. Che però fa un altro genere rispetto al nostro».

Emanuele presenterà quello che in gergo tecnico viene definito one shot, ovvero materiale inedito e con una costruzione di scaletta mai vista. Ma non è l’unico progetto sul quale è impegnato. Lunedì, ad esempio, andrà su Amazon Prime attraverso la piattaforma di Audible Comedy Live, che manda online la registrazione integrale di una serata live di stand-up comedy. «La scorsa domenica  io e Nicolò Falcone abbiamo fatto da opening act, cioè le aperture, per Michela Girò (nota per la pagina Facebook di Educazione Cinica … ndr).  Audible è una piattaforma in espansione, che ha tra i suoi programmi anche Toni Servillo che legge Il Gattopardo. Pensa a quanto questo chiuda il cerchio – dice ridendo – Comunque questo è un bel progetto: ci sono 30 comedian, con la direzione artistica di Pietro Sparacino, c’è la possibilità per tutti di avere 15 minuti. In cinque minuti puoi solo far ridere, non puoi creare l’empatia, mentre con tempi più lunghi te la puoi godere. E infatti è stata una bella serata».

La stand-up comedy ha sempre guardato all’estero, soprattutto agli americani: George Carlin, Bill Hicks e Louis Ck sono ad esempio dei maestri riconosciuti, che riempiono le sale e sono usciti fuori dal circuito più di nicchia. «Ma ci sta – dice Pantano – in fondo tutti noi siamo cresciuti con loro. A parte che ci sono ora molte più persone che fanno stand-up comedy rispetto a prima, basti pensare che quattro anni fa a praticare ufficialmente il genere erano in sette, cioè quelli di Satiriasi. Mentre ora c’è una scena, in cui ci sono almeno 20 persone che hanno spettacoli fortissimi, molto serrati e che girano molto. Personalmente, poi, settimana prossima registrerò uno spezzone nel programma Comedy Central». 

Insomma, un bel periodo a livello personale. «Sì, sembra che una serie di nodi siano venuti al pettine nel senso che una serie di persone si sono ricordate di noi – dice Pantano – Sicuramente ha significato molto per me il fatto di girare tantissimo: tra i comici siciliani io sono quello che in Italia gira di più. Se si guardano i cartelloni nessuno riesce a fare 25 serate in tutta Italia, anche se hanno i numeri. Giorno 1, ad esempio, ho fatto una serata in piazza per il carnevale di Venezia. Per me è stata un’esperienza folle: ho giocato un po’ d’esperienza, ho interagito molto con il pubblico, ho fatto una serie di battute sulle maschere e sui personaggi che c’erano. E il giorno dopo ero in un teatro storico veneziano, con un pubblico completamente diverso e dove ho fatto molta più satira. Si capisce molto dell’apprezzamento di uno spettacolo se la gente, dopo, resta a parlare. Ma non solo dello spettacolo in sè. Vuol dire che ti sei trovato talmente bene che non vuoi lasciare il posto, e questo è un elemento determinante». 

Emanuele poi da tempo si è ritagliato in città il ruolo di agitatore culturale, di scopritore di talenti nel genere. L’ultimo esempio, in tal senso, è costituito dalle serate open mic al Crezi.Plus, presso i Cantieri Culturali della Zisa. E a breve, annuncia, ci sarà un altro locale in centro che si dedicherà ancor più fortemente alla stand-up comedy. «Il fatto che non sia assecondato da altri comici che hanno la stessa capacità in scena per me è un problema – afferma il comico – Non voglio fare il socialista, ma il monopolio distrugge il mercato. In questo momento la stand-up comedy in Sicilia è fatta da me per la parte occidentale e da Pietro Sparacino per quella orientale. In questo momento manca qualcosa di più strutturato. Ma questo pian piano verrà. Consideriamo anche i diciottenni di ora sono nati nel 2001, e che l’ultima edizione di Zelig è stata nel 2012, già in fase calante da molto tempo. Quindi loro sono cresciuti con la comicità del web: per loro i comici mainstream sono i The Jackal, Pancio, Casa Surace. E sono cresciuti col nostro genere all’inizio su Youtube e ora su Netflix. E ciò si nota: nei miei spettacoli prima erano quasi tutti 30enni, ora l’età per fortuna si è abbassata».


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