La promessa fatta da Rfi è di consegnare all'utenza la fermata entro un anno e mezzo. Un'opera che si propone di rivoluzione la mobilità d'accesso allo scalo etneo soffocato da auto e boom di passeggeri
In treno all’aeroporto di Catania entro metà 2020 Musumeci visita il cantiere della nuova stazione
Il preannunciato «colpo di piccone» del presidente alla fine non è andato in scena, ma la visita di Nello Musumeci al cantiere della futura stazione ferroviaria dell’aeroporto di Catania è stata comunque densa di significati. In attesa della metro – per cui i tempi sono molto più lunghi – l’arrivo dei treni a Fontanarossa non è più un miraggio. Questo almeno il messaggio che il governo regionale ha voluto far passare, assieme al segnale di un pressing che rimane costante su Rete ferroviaria italiana. La società è impegnata con oltre tre milioni di euro nella realizzazione dell’opera, lavori già avviati da qualche settimana. La promessa è di consegnare all’utenza la fermata entro la prima metà del 2020.
Ripetono la scadenza più volte sia l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone sia il governatore: «Questa è un’opera che al nord Italia – scherza Musumeci, ma non troppo, parlando con i dirigenti Rfi – sarebbe stata fatta in cinque mesi. Vi abbiamo dato un anno e mezzo e Rfi deve correre anche in Sicilia. Non possiamo più sopportare l’esistenza di un’Italia a due velocità anche nei cantieri». Accanto ai due esponenti del governo regionale, ci sono anche il sindaco di Catania Salvo Pogliese e l’amministratore delegato della Sac Nico Torrisi.
Il gestore dell’aeroporto ha un ruolo altrettanto rilevante nell’operazione: in precedenza aveva acquisito dal ministero della Difesa i terreni su cui la stazione verrà costruita. Si tratta dei nove ettari dell’ex comando etneo dell’Aeronautica militare, area in abbandono confinante con lo scalo e attraversata dai binari della ferrovia Messina-Siracusa. Toccherà poi a Sac costruire una bretella di collegamento con i parcheggi del Terminal A – lontano qualche centinaio di metri – e garantire dei bus navetta. Soluzione provvisoria, perché la Regione lavora, assieme a Rfi, a una galleria sopraelevata munita di tapis-roulant da dieci milioni di euro, progetto di cui esiste già lo studio di fattibilità. «Da Messina, Siracusa, Caltagirone – conclude Falcone – si potrà arrivare direttamente a Fontanarossa in treno, un grande salto per la qualità della vita dei siciliani».
Il piano delle Ferrovie dello Stato per l’aeroporto catanese, in realtà, è ancora più ambizioso. Ma durante la visita di Musumeci il tema è rimasto sullo sfondo. L’opera teatro del sopralluogo odierno, sulla carta, è solo una fermata provvisoria. La grande stazione Fs dello scalo etneo dovrà, invece, sorgere nell’area del parcheggio comunale Fontanarossa, accanto al punto d’arrivo della metropolitana catanese da piazza Palestro, così da diventare un vero e proprio snodo intermodale.